Le commodity vogliono una bussola

Le diverse prospettive economiche di Usa, Europa e Asia disorientano le materie prime. E l'indice cala. 

Marco Caprotti 11/04/2013 | 11:01
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E’ un periodo complesso per le commodity. L’indice S&P del comparto nell’ultimo mese (fino al 9 aprile e calcolato in euro) ha perso il 3,2%. Ma, al di là del dato espresso dai grafici, quello che disorienta gli investitori sono le diverse forze che stanno agendo sul segmento.

“Sul fronte positivo ci sono i segnali di ripresa che arrivano dagli Stati Uniti, soprattutto dai tre elementi che formano il real estate (residenziale, non residenziale e infrastrutture, Ndr)”, spiega Elizabeth Collins, analista di Morningstar. “Il risveglio del mattone non solo indica la più generale ripresa dell’attività economica americana, ma da solo basta a stimolare la richiesta di materie prime necessarie ai cantieri edilizi”.

La ripresa Usa dovrebbe avere effetti positivi anche sulle commodity agricole. “Si sta registrando un aumento dei prezzi delle materie prime alimentari in risposta a una maggiore richiesta di prodotti commestibili”, continua l’analista. “Questo ha ricadute positive anche su tutto l’indotto: gli agricoltori, grazie ai maggiori guadagni, potranno fare le prossime semine con sementi di maggiore qualità, per le quali utilizzeranno fertilizzanti migliori”.

Europa e Cina pesano
A questo quadro si oppone quello dipinto dall’Europa. “Le misure di austerità messe in campo da molti paesi del Vecchio continente e la debole situazione economica hanno – e continueranno ad avere – un effetto negativo su tutte le aziende”, dice Collins. “Soprattutto su quelle che, per prime, hanno bisogno di commodity come le società chimiche, quelle cartarie, quelle dell’edilizia e le acciaierie”.

In mezzo a questi due estremi c’è la Cina la cui richiesta di materie prime è diventata molto volatile. “A prima vista si potrebbe dire che il paese asiatico, con una crescita intorno al 7-7,5% stia rallentando rispetto al 10-11% che si vedeva fino a qualche tempo fa”, dice l’analista. “Questo, in teoria, dovrebbe portare a un calo della richiesta di materie prime. In realtà nel corso del 2012 abbiamo visto un andamento della domanda altalenante, in corrispondenza con le necessità di rifornire le scorte che di volta in volta si esauriscono. Probabilmente assisteremo a una situazione del genere anche nel corso di quest’anno”. 

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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