Come gestire la liquidità

Considerare le allocazioni in “cash” totalmente prive di rischio è un errore. In un momento in cui i tassi d’interesse sono ai minimi storici, è ancora più importante gestire bene questa parte di portafoglio. Ecco alcuni consigli pratici.

Valerio Baselli 18/04/2019 | 10:38
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Se i mercati tremano e i bond non rendono più, se le banche traballano e l’incertezza torna a farsi sentire, la tentazione dell’investitore medio è sempre la stessa: nascondere i soldi sotto il buon vecchio materasso. Oggi, il materasso è stato sostituito da fondi monetari, conti deposito, buoni fruttiferi postali e soprattutto dal conto corrente. Secondo l’Abi – Associazioni bancaria italiana – attualmente sui conti correnti italiani ci sono fermi ben 1.371 miliardi di euro. L’anno scorso, inoltre, i depositi sul c/c sono aumentati di 32 miliardi rispetto ai dodici mesi precedenti, ma è cresciuto soprattutto il rapporto tra il denaro fermo sui conti e il totale: nel 2006 era pari al 23%, mentre a fine 2018 si attesta al 32%.

Se da un lato questi strumenti permettono di poter disporre dei propri soldi in qualsiasi momento e anche di “dormire tranquilli” (il rischio di perdite in conto capitale è molto basso), dall’altro offrono rendimenti sempre più poveri. La politica monetaria ultra-accomodante della Banca centrale europea, cominciata nel 2012 ha abbassato ai minimi storici i tassi d’interesse (allo zero e in alcuni casi anche sotto) e dovrebbe durare ancora per un po’. La Bce, nella sua riunione di marzo, ha comunicato che il costo del denaro dovrebbe restare fermo per tutto il 2019.

In tale contesto, la maggior parte delle opzioni “cash” offre dei rendimenti inferiori all’1% e ben al di sotto dell’inflazione; risulta quindi più facile commettere alcuni passi falsi nella ricerca di un reddito maggiore. Christine Benz, responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar, ha stilato una serie di consigli utili nella gestione della propria liquidità.

Personalizzare la propria allocazione “cash”
Prima di iniziare a confrontare i rendimenti dei vari strumenti monetari, è fondamentale trovare la giusta dimensione delle proprie posizioni liquide (cioè quanto del proprio portafoglio finanziario allocare in liquidità) in base alla propria situazione personale. Chi lavora e intasca quindi uno stipendio in genere ha bisogno di detenere meno denaro contante rispetto a chi è in pensione e attinge dai propri risparmi (questo ovviamente dipende anche dall’ammontare dell’assegno pensionistico).

In generale, avere a disposizione una somma pronta all’uso è sempre utile, ma oggi la liquidità rende praticamente zero (al netto dell’inflazione a volte anche sotto lo zero). Ecco perché è bene non detenere in cash più del necessario. Per i lavoratori, una buona regola potrebbe essere quella di tenere in liquidità l’equivalente di sei mesi di spese correnti.

Guardare solo il rendimento tralasciando i rischi
I tassi monetari in picchiata hanno avuto come effetto un restringimento importante dello spread tra i rendimenti degli strumenti ad alto rischio e quelli degli strumenti a basso rischio. Banalmente, occorre distinguere gli strumenti che sono coperti dalla garanzia data dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che assicura il capitale investito fino a 100.000 euro, come i conti deposito, da quelli che invece non sono coperti in questo senso, come i fondi comuni monetari.

A volte, può verificarsi anche una situazione quantomeno inusuale: che gli strumenti coperti dal Fondo interbancario (meno rischiosi) offrano rendimenti mediamente più alti di quelli non coperti (quindi più pericolosi). Detto questo, però, è sempre bene ricordarsi che un rendimento più elevato può derivare da un forte bisogno di liquidità, figlio di un possibile squilibrio patrimoniale, occorre quindi valutare se il gioco vale la candela.

Evitare il “buy&hold”
Quando si tratta di liquidità, gli strumenti che offrono il miglior rapporto rischio/rendimento cambiano molto velocemente. Se parlando d’investimento azionario la strategia del buy&hold (compra e tieni) può essere consigliata, nell’ambito del cash non è il caso. Perciò, è probabile che gli investitori che parcheggiano il loro capitale per lunghi periodi di tempo senza più spostarlo, paghino un costo-opportunità. 

Ecco perché in questo senso è bene fare un check-up della propria esposizione in liquidità e delle possibili alternative un po’ più spesso rispetto alle esposizioni azionarie e obbligazionarie. Attenzione però che alcuni strumenti monetari obbligano a bloccare il capitale per un determinato periodo di tempo, pena una commissione da pagare per spostarlo prima.

Ignorare usi alternativi (come rimborsare i propri debiti)
Per gli investitori che cercano un “rendimento garantito”, ma non per forza della liquidità pronta all’uso, ci potrebbe essere un uso migliore del loro denaro: rimborsare i debiti. Banalmente, senza entrare in situazioni particolari, molti investitori in liquidità hanno un mutuo da rimborsare; anche se i loro tassi di interesse sui mutui sono bassi, spesso restano ancora superiori ai rendimenti che incassano attraverso le loro posizioni in liquidità, e il “ritorno” che guadagnerebbero rimborsando il debito è garantito. Naturalmente, estinguere in anticipo un mutuo non è sempre e comunque la scelta migliore. Se veramente si ha bisogno di liquidità supplementare, ad esempio, parcheggiare il denaro in un vero e proprio strumento di cassa sarà la scelta più logica.

Scartare a priori il reddito fisso
Perché un investitore dovrebbe scegliere un fondo obbligazionario “core” (ad esempio in titoli di Stato della zona euro) anziché un conto deposito coperto dal Fondo di garanzia interbancario? La ragione sta nel fatto che se il periodo di detenzione è sufficientemente lungo - per esempio, almeno cinque anni - e non c'è il bisogno di liquidità pronta all’uso, è probabile che un fondo obbligazionario “core” renda di più, nonostante tutto.

Anche se il fondo obbligazionario può perdere valore quando i tassi di interesse salgono, nel corso del tempo dovrebbe essere in grado di recuperare quel terreno, investendo in nuovi bond a rendimento più alto alla loro emissione. E quando i rendimenti dei titoli obbligazionari scendono, gli investitori a reddito fisso ne beneficiano, al contrario di chi è investito in liquidità. 

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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