Usa pronti al test d'autunno

Gli indicatori mostrano che l'economia americana è entrata in una fase di crescita stabile. In Borsa, intanto, cala la volatilità. Ma le buone notizie sono già incorporate nei prezzi dell'equity. Meglio essere selettivi. 

Sara Silano 08/08/2013 | 14:17
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L’economia americana è fuori dal tunnel. Gli indicatori chiave mostrano una crescita stabile tra il 2 e il 2,5% e un’inflazione ai minimi. Gli analisti di Morningstar guardano all’autunno con prudente ottimismo, nonostante i dati macro ci abbiano abituati a continui alti e bassi. “Uno sguardo al mondo reale suggerisce che c’è molta meno volatilità di quello che si potrebbe credere”, dicono.

Nel settore privato, su base annua, l’occupazione è aumentata a un tasso del 2% quasi per un biennio. Nello stesso periodo, le vendite al dettaglio (aggiustate per l’inflazione ed escluse auto e benzina) sono salite del 2-3%. I dati manifatturieri sono tornati a livelli più normali e l’unico indicatore che crea un po’ di disappunto è quello sul reddito reale disponibile, che è stato influenzato dai cambiamenti nella politica fiscale, più che dall’andamento dei salari. I consumi restano un fattore trainante, dal momento che rappresentano il 70% del Pil (Prodotto interno lordo) e anche in questo campo “le notizie positive sembrano prevalere su quelle negative”.

Basta con la Fed
Sembra, dunque, che l’economia a stelle e strisce non abbia più bisogno delle stampelle della Federal Reserve. Si trova anche in una posizione migliore rispetto al resto dell’Occidente, grazie ad alcuni elementi trainanti che potrebbero tradursi in vantaggi di lungo periodo, tra cui la rivoluzione nella produzione di energia (gas di scisto), la discesa dei prezzi dell’elettricità, la rinascita del settore dell’auto e la forza di quello manifatturiero.

La prudenza, tuttavia, è d’obbligo perché il miglioramento è già incorporato nei prezzi delle azioni statunitensi, che sono state tra le migliori per performance nel 2012. Secondo le analisi di Morningstar, sono tra le più costose a livello globale, dal momento che quotano al 99% del loro valore equo, contro il 96% di quelle europee. In questo contesto, dice Heather Brilliant, direttore globale della ricerca su azione e credito di Morningstar, è necessario essere selettivi, preferendo le aziende con un ampio vantaggio competitivo che trattano a sconto. Buone occasioni si trovano nel comparto dell’energia e nel manifatturiero. 

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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