Il mattone tira il fiato

Gli operatori consolidano i risultati raggiunti da inizio anno e studiano i prossimi sviluppi. Gli Usa crescono. La Cina guarda la bolla. E l'Italia è pessimista. 

Marco Caprotti 21/11/2012 | 13:14
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Il mercato immobiliare si è preso una pausa. L’indice Msci del settore nell’ultimo mese (fino al 20 novembre e calcolato in euro) è rimasto praticamente invariato, cercando di consolidare il +23,5% segnato da inizio anno e di capire cosa succederà nei prossimi mesi. Le indicazioni che arrivano dalle varie aree geografiche, infatti, sono eterogenee.

La ripresa Usa continua
Segnali incoraggianti, ad esempio, arrivano dal mercato immobiliare Usa. A settembre i prezzi delle case, secondo i dati elaborati dalla società di analisi immobiliari Corelogic, sono aumentati per il settimo mese consecutivo con un balzo del 5% rispetto al settembre del 2011. Si tratta del maggiore incremento da giugno 2006.  “I prezzi stanno rispondendo al miglioramento dei nodi fondamentali del mercato, come la riduzione dell’invenduto e una maggiore domanda. Ci sono chiari segni di stabilizzazione che potrebbero indicare una graduale ripresa del mercato residenziale”, spiega lo studio di Corelogic.  La tendenza potrebbe continuare. La compravendita di case a ottobre, secondo i dati elaborati dall’Associazione nazionale delle agenzie di real estate (Nar), ha fatto registrare un rialzo del 2,1% e ha coinvolto 4,79 milioni di immobili. Il dato è leggermente superiore alle attese degli analisti che avevano stimato compravendite per 4,74 milioni di case. I cantieri, intanto, non si fermano. La costruzione di nuove case, secondo il Dipartimento del commercio statunitense, a ottobre è aumentata del 3,6%. Gli immobili in costruzione sono risultati 894mila. In calo del 2,7%, invece, le richieste per permessi di costruzione. Il dato sulle nuove case è migliore delle attese degli analisti che avevano stimato 835 mila nuovi immobili.

Resta il rischio bolla in Cina
Indicazioni di crescita arrivano anche dalla Cina, ma in questo caso, potrebbero sottolineare un problema. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, a ottobre i prezzi medi delle case nelle 100 maggiori città della prima economia emergente sono aumentati rispetto a settembre, registrando il quinto mese consecutivo in rialzo (sono aumentati in 56 città, diminuiti in 42 e invariati in due). Su base annuale, invece i prezzi immobiliari sono invece calati dell’1%. La bolla speculativa, insomma, continua a gonfiarsi, anche se a ritmi meno sostenuti rispetto a quelli visti in alcune occasioni passate. Ora gli occhi sono sulla nuova dirigenza del Partito comunista per capire se porterà avanti la politica restrittiva seguita negli ultimi mesi o deciderà un allentamento per dare nuovo vigore alla crescita congiunturale (assumendosi tutti i rischi di scoppio della bolla che questa scelta comporterebbe).

Italia pessimista
Tutti problemi che non ha l’Italia. “Nel terzo trimestre sono proseguite le difficoltà del mercato immobiliare, pur con una minore intensità rispetto al quadro particolarmente negativo emerso nel trimestre precedente”, spiega l’inchiesta trimestrale sullo stato del mercato delle abitazioni in Italia, condotta congiuntamente dalla Banca d'Italia, da Tecnoborsa e dall’Agenzia del Territorio. “Continuano a prevalere in larga misura indicazioni di flessione delle quotazioni di mercato, mentre si indeboliscono i flussi di nuovi incarichi a vendere”. Anche le aspettative a breve degli operatori rimangono decisamente orientate al pessimismo “pur con un’attenuazione rispetto a quanto riscontrato in primavera”. Per quanto riguarda il mercato nazionale, le prospettive appaiono meno sfavorevoli nell’orizzonte di due anni: il saldo tra le attese di miglioramento e di peggioramento, anche se ancora negativo, si è dimezzato, attestandosi intorno a 10 punti percentuali. Nel terzo trimestre del 2012 la quota di agenti che hanno segnalato una diminuzione dei prezzi rispetto al periodo precedente è rimasta pressoché stabile al 74,8%. La tendenza al ribasso si è accentuata nel Nord Est (79,3%, contro il 72,2% di luglio), mentre si è attenuata nel Nord Ovest e al Centro. La percentuale di agenti che nel terzo trimestre hanno riportato un aumento delle quotazioni è trascurabile.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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