Contrarian? Sì, quando serve

Secondo Lanternier, gestore di Financière de l’Echiquier, la strategia di andare controcorrente non può limitarsi a comprare i titoli che scendono. Ad esempio, non si fida dei finanziari.

Valerio Baselli 09/10/2012 | 17:07
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Quando si parla di investimenti, si sa, l’emotività bisogna lasciarla da parte. Non è facile, ma è possibile. Morningstar scrive da più di un decennio di quella strategia che punta sul vendere quello che tutti stanno comprando e sul comprare ciò che tutti stanno vendendo. Negli Usa, chiamano questo metodo Contrarian, ovvero “andare controcorrente”, oppure Buy the unloved, cioè “compra quello che il mercato non ama”.

Come funziona
La premessa che sta dietro a questo modo di operare è semplice: i flussi di cassa inseguono i rendimenti; perciò, la combinazione di alti flussi di cassa e di forti rendimenti passati è un buon indicatore dell’eccessiva valutazione di un titolo. La bolla tecnologica del 1999 e quella immobiliare del 2007 sono due buoni esempi del perché non si devono acquistare le categorie di fondi più popolari al momento. Dall’altro lato, sarebbe stata una buona scelta comprare nel 2000 prodotti sottovalutati e quasi ignorati dalla maggioranza degli investitori.

Non è così facile
“Se bastasse acquistare le aziende con i più bassi P/E (Price/Earnings Ratio – Rapporto Prezzo/Utile), sarebbe tutto molto facile”, afferma Damien Lanternier, gestore del fondo Agressor di Financière de l’Echiquier. “Il fatto è che, spesso, se un titolo ha una bassa quotazione è perché se la merita. Non sempre il mercato ha torto, per questo non siamo contrarian sempre e comunque, ma a seconda dei periodi”.

Ma come si fa a capire se un’azienda è sottovalutata oppure no? “Ci sono fasi in cui è importante avere una visione diversa rispetto a quella del mercato, ma bisogna sapere il perché. Perciò, occorre prendere in considerazione diversi aspetti”, prosegue Lanternier. “Per noi, il più importante in assoluto è la qualità del management. Passiamo più della metà del nostro tempo a contatto con i manager delle aziende in cui vogliamo investire. In questo modo, abbiamo modo di conoscerli e capire meglio i punti di forza e di debolezza del modello di business e del settore in cui operano per capire quale sia il margine di rivalutazione in un’ottica di medio-lungo periodo. Se acquistiamo un titolo, di solito lo teniamo per almeno tre anni”.

Scommesse vinte e scommesse perse
L’attività d’investimento di un gestore contrarian è fatta di scommesse. “Una recente puntata vincente è stata ad esempio l’aver creduto in Bolloré Africa Logistics, un conglomerato che si occupa di logistica in gran parte del Continente Nero il quale è riuscito, grazie alla propria organizzazione, a non interrompere l’attività nemmeno durante la guerra civile in Costa d’Avorio del 2010”, racconta Damien Lanternier. “Abbiamo fiducia nel management e inoltre la società può contare sullo sviluppo macroeconomico africano”.

Inevitabilmente, è impossibile poterle azzeccare tutte quante. “Abbiamo dovuto ricrederci su Naxsan, un’azienda che si occupa di infrastrutture elettriche. Le nostre speranze sono state disattese e abbiamo liquidato le nostre posizioni”.

Andare controcorrente oggi
Se si volesse seguire il Buy the unloved oggi, quali mosse si dovrebbero compiere? Quali sono i settori sottovalutati e quali invece è meglio scartare? “Oggi siamo molto positivi sul settore automobilistico e sul lusso. I motivi sono semplici: le valutazioni sono molto basse e inoltre crediamo che i timori sul rallentamento globale, in particolar modo dei grandi paesi emergenti come la Cina, siano esagerati. Non dimentichiamoci che il mondo nel suo complesso è in crescita; siamo convinti che le vendite di auto e di oggetti di lusso aumenteranno”.

Alla larga dai finanziari
Un altro settore molto sottovalutato oggi è quello bancario, eppure il gestore di Financière de l’Echiquier non si fida. “Non abbiamo nessuna banca in portafoglio, in compenso abbiamo dei titoli assicurativi. Dopo la crisi del 2008 il settore bancario è di difficile valutazione, innanzitutto per un problema di trasparenza dei bilanci”.  

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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