Il mattone si sveglia, ma per poco

Le fiammate di breve periodo, dicono gli operatori, non devono far pensare a una ripresa del comparto.

Marco Caprotti 27/07/2011 | 13:09
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Il settore del real estate sembra essersi svegliato. Ma, spiegano gli operatori, è meglio non fidarsi. L’indice Msci del comparto nell’ultimo mese (fino al 26 luglio e calcolato in euro) a livello mondiale ha guadagnato il 2,4%, anche se da inizio anno la performance è negativa per l’1,3%.

L’andamento di breve periodo è dovuto principalmente all’Asia. In Cina, nonostante gli sforzi del governo per controllare la bolla real estate i prezzi continuano a gonfiarsi. Pechino questo mese ha alzato i tassi di interesse per la quinta volta, mentre Taiwan ha introdotto una tassa sugli immobili di lusso se questi vengono rivenduti prima di due anni dall’acquisto. I costruttori, intanto, stanno spostando i loro cantieri nelle aree rurali a caccia di nuovi clienti. Molti investitori,  inoltre, stanno volgendo la loro attenzione al Giappone, dove sono in corso i lavori di ricostruzione del dopo-terremoto dell’11 marzo. I nuovi cantieri a maggio sono cresciuti del 6,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.

Il mattone Usa soffre ancora
Negli Stati Uniti, uno dei maggiori mercati del mattone a livello mondiale, la situazione è invece tutt’altro che rassicurante. Gli ultimi dati espressi dall’indice S&P/Case-Shiller indicano che i prezzi delle case in 20 città Usa nell’ultimo anno (fino a fine maggio 2011) sono calati del 4,5%. Va meglio se l’osservazione viene fatta nel breve periodo. A maggio, ad esempio, c’è stato un aumento dei prezzi rispetto al mese precedente dell’1%. A frenare i facili entusiasmi ci ha pensato David Blitzer, presidente del comitato che cura lo studio dell’indice nel comunicato che nei giorni scorsi ha accompagnato la pubblicazione dei risultati. “La preoccupazione è che la maggior parte dei rialzi dei valori a livello mensile, sia dovuto a fattori stagionali”, ha scritto nel documento. “Prima di parlare di una ripresa del settore immobiliare dobbiamo vedere aumenti di prezzi che durano per molti mesi e migliori risultati a livello annuale”. A conferma che il mattone Usa non sta bene sono arrivati anche i dati della National Association of Realtors, la vendita di case possedute a giugno è calata ai minimi degli ultimi sette mesi per colpa della crescita della disoccupazione e dell’aumento dei pignoramenti da parte delle banche.

In Uk manca fiducia
L’orizzonte è nuvoloso anche in Europa. Secondo i dati della Associazione nazionale inglese degli agenti immobiliari (il mercato del Regno Unito di solito anticipa di un anno le tendenze del resto del Vecchio continente), la domanda di abitazioni a giugno è calata per il terzo mese consecutivo. Colpa della difficoltà ad ottenere un mutuo e, più in generale, della scarsa fiducia dei consumatori in una pronta ripresa dell’economia. Due elementi che spingono la famiglie a non spendere soldi. Tutto questo a dispetto dell’atteggiamento della Bank of England che continua a tenere i tassi di interesse sui prestiti per la casa ai minimi storici. Secondo gli agenti immobiliari britannici, tuttavia, è difficile convincere la gente ad acquistare casa in un momento il cui l’andamento dell’inflazione (condizionata in massima parte dal petrolio) e i tagli del governo per ridurre il deficit erodono il valore degli stipendi.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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