Il futuro degli Etf in Europa

Il mercato ha ampi margini di crescita. Sono molte le differenze rispetto agli Stati Uniti, dove il settore è più maturo.

Hortense Bioy, CFA 13/12/2010 | 16:02
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Lo scorso aprile gli Exchange traded fund hanno festeggiato il loro decimo compleanno in Europa. E in questo decennio hanno vissuto una crescita impressionante. Ad oggi, ci sono 1.352 Etf quotati in 18 diverse nazioni europee, contro i 1.075 quotati negli Stati Uniti.

Negli ultimi anni, il panorama europeo dei replicanti ha subito una vera rivoluzione a causa dell’entrata in scena di nuovi provider, che oggi sono 32, e alla nascita di nuovi e più complessi prodotti. Tuttavia, in termini di asset e di volumi, il mercato europeo ha ancora molta strada da fare per raggiungere quello americano. I 216 miliardi di euro di patrimonio degli Etf europei rappresentano solo un terzo del patrimonio gestito dai cugini statunitensi. E il turnover giornaliero medio è 20 volte inferiore. È quindi lecito chiedersi quali saranno le prossime sfide per il mercato del Vecchio continente.

Ampio margine di crescita
Gli operatori di mercato sono concordi nel dire che il potenziale di crescita europeo per gli Etf resta enorme, dati gli oggettivi vantaggi che questi strumenti offorno rispetto ai fondi tradizionali.

Come già avvenuto negli Usa, la crescita sarà trainata sia dagli investitori istituzionali sia dai privati. Al momento, le istituzioni europee dedicano in media solo il 5% del loro portafoglio ai replicanti; questo cambierà quando i gestori di fondi pensione e di compagnie assicurative si conviceranno della bontà di questi strumenti. Nell’ultimo anno è cresciuto molto il numero di hedge fund che utilizzano gli Etf per implementare le loro strategie long-short. Ci si aspetta anche un’incremento degli investitori privati. In Europa rappresentano ad oggi circa il 30% contro il 50% del mercato americano.

Sul fronte normativo, in Europa dovrebbe entrare in vigore la rendicontazione sul trading, già obbligatoria negli Stati Uniti, ma ancora volontaria qui. Secondo le stime, circa l’80% del trading sugli Etf europei avviene over-the-counter, ovvero su mercati non regolamentati, senza quindi nessuna rendicontazione. Questa mancanza di trasparenza potrebbe essere un ostacolo allo sviluppo del prodotto. Fortunatamente, le autorità stanno pensando di rettificare la direttiva Mifid proprio in questo senso.

Innovazione e proliferazione
Il continente europeo corre assieme agli Usa anche per quanto riguarda l’innovazione di prodotto. Ultimamente, sono nati Etf che replicano nuove asset class o che si basano su nuove strategie, e ne verranno creati altri man mano che anche la domanda evolve. Le ultime novità riguardano gli Etf gestiti attiviamente, gli Etf hedge e quelli basati su fondamentali.

Gli Etf attivi sono tra i prodotti più controversi. Negli Stati Uniti non hanno mai avuto un grande successo dal loro lancio nel 2008. Questo è in parte dovuto ai loro costi più alti (simili a quelli dei fondi tradizionali) e alla difficoltà di trovare gestori validi disponibili a rispettare l’obbligo di dover rendere pubblici i loro titoli giornalmente.

Al contrario, il debutto degli Etf hedge è stato più promettente: almeno per quelli che sono gestiti in modo da mitigare i punti deboli dell’investimento speculativo, come la poca liquidità e la bassa trasparenza. Deutsche Bank è stata la prima a lanciarne uno in Europa l’anno scorso, con un discreto successo, e questo ha indotto altri operatori, come Source e Marshall Wace, ad entrare nel settore.

Insomma, nonostante il mercato europeo sia cresciuto tantissimo negli ultimi anni, ci sono ancora dei gap da colmare con quello americano. Ma per certi aspetti, l’Europa è già più avanti rispetto agli Usa, ad esempio in termini di replicazione degli indici. Gli emittenti europei hanno infatti strategie molto più flessibili rispetto ai colleghi americani, frenati dalla Sec. E questa potrebbe essere un’area in cui sono gli Usa a dover colmare un gap con l’Europa.

Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale inglese Financial Adviser

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Info autore

Hortense Bioy, CFA

Hortense Bioy, CFA  è responsabile della ricerca sulle strategie passive e sostenibili in Europa per Morningstar

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