I numeri confondono gli Usa

I dati macro sono contraddittori, ma i bilanci vanno bene. Obama conferma la sua linea.

Marco Caprotti 25/02/2010 | 14:30
Facebook Twitter LinkedIn

Buoni risultati trimestrali ma notizie macroeconomiche contraddittorie. E’ questa l’ultima fotografia scattata agli Stati Uniti che sta disorientando gli operatori finanziari. L’indice Msci North America nell’ultimo mese (fino al 24 febbraio e calcolato in euro) ha perso lo 0,76. Segno, spiegano gli analisti, che gli investitori non sanno ancora in quale direzione muoversi e a quali numeri dare retta.

Se, infatti, la maggior parte delle aziende raccolte nel paniere S&P500 ha riportato risultati 2009 superiori alle attese degli analisti, l’indice misurato dal Conference Board è precipitato a quota 46 punti in febbraio, rispetto ai 56,5 di gennaio. Il dato è peggiore delle attese degli analisti che si attendevano un ribasso a quota 55 punti. La componente che giudica le attuali condizioni di business è scesa a da 25,2 a 19,4 punti, il livello più basso in 27 anni. L’indice delle attese per i prossimi sei mesi é invece sceso a 63,8 punti da 77,3. Le ultime notizie arrivate sulla produzione industriale a gennaio, invece, secondo le elaborazioni fornite dalla Federal Reserve dicono che questa componente salita dello 0,9% dopo il +0,8% di dicembre 2009.

E’ confusa la situazione sul fronte immobiliare. I nuovi cantieri hanno fatto registrare in gennaio un aumento del 2,9% arrivando al livello più alto dal luglio scorso. Il paniere S&P Case Shiller (che rileva l’andamento dei prezzi di vendita delle abitazioni nelle prime 20 aree metropolitane del Paese), nel frattempo ha registrato a dicembre una contrazione pari a -0,2% su base mensile e -3,1% su base annuale. E mentre le vendite al dettaglio a gennaio sono salite dello 0,5% rispetto al mese precedente, continua a salire la disoccupazione.

“In generale ci sentiamo di affermare che il recupero degli Stati Uniti sia in vista”, dice un report firmato da Travis Pascavis, analista di Morningstar. “Tuttavia, molto dipenderà anche da quello che succederà nel resto del mondo. La Cina, ad esempio, sta preparando una riduzione dei piani di stimolo economico per evitare una crescita dell’inflazione, mentre l’Europa è ancora alle prese con la crisi della Grecia e con la situazione difficile di Portogallo, Irlanda e Spagna”.

Dal punto di vista borsistico, sembrano tenere bene i titoli della tecnologia considerati da sempre asset anticilici. Soffrono, invece, i bancari che stanno ancora facendo i conti, nonostante il miglioramento dei risultati, con le perdite registrate negli anni scorsi.

L’amministrazione Obama, nel frattempo, sta cercando di aggiustare il tiro sulla sua politica economica. Il Senato ha approvato una legge che fornisce sgravi fiscali alle aziende che assumono persone disoccupate da almeno 60 giorni. Il presidente, parlando davanti ai rappresentati della Business Roundtable ha anche confermato il suo programma (espresso anche nel discorso sullo Stato dell’Unione) di voler investire di più in progetti legati alle infrastrutture e all’energia pulita.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures