Banche, la zavorra sono i conti

Le trimestrali, soprattutto in Usa, sono meno brillanti delle attese. E frenano l'indice.

Marco Caprotti 20/10/2009 | 13:45
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La buona notizia, per il settore finanziario, è la ripresa delle attività di consolidamento. Quella brutta, sono le trimestrali che, soprattutto negli Stati Uniti non sono così brillanti come sperato. Il risultato è che l’indice Msci mondiale della categoria nell’ultimo mese (fino al 20 ottobre e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,13% segnando un brusco rallentamento rispetto alla carica condotta da inizio anno (da gennaio il paniere è cresciuto del 27,6%).

La notizia del mese è quella dell’acquisizione da parte di Invesco del ramo di impresa dedicato all’asset management retail di Morgan Stanley. Una transazione da 1,5 miliardi di dollari che, secondo i calcoli di Morningstar, aumenterà gli asset gestiti dell’acquirente del 28%, catapultandolo nella top ten delle società di in

vestimento. “Mettere insieme due grandi gruppi con forti differenze nella cultura di investimento sarà una bella sfida per Invesco”, spiega una nota di Ryan Leggio, analista azionario di Morningstar. “Gli investitori, comunque, devono ricordare che per i cambiamenti nella struttura dei loro fondi ci vorrà ancora un po’ di tempo”. La transazione, infatti, sarà completata solo a metà del 2010 e comunque è sottoposta al nulla osta delle autorithy regolamentari e al via libera dei soci. “E’ ancora presto quindi per dire quali saranno le implicazioni per i sottoscrittori dei fondi”, continua l’analista. “Probabilmente beneficeranno di questa operazione solo se si otteranno minori spese di gestione e se i portafogli saranno affidati ai migliori gestori di entrambe le società”.

Sul fronte dei risultati societari del settore finanziario c’è molto meno ottimismo. Citigroup nel terzo trimestre ha registrato un utile di 101 milioni di dollari contro una perdita di 2,82 miliardi nello stesso periodo dell’anno scorso. JP Morgan Chase ha avuto profitti per 3,59 miliardi, mentre Goldman Sachs ha guadagnato 3,19 miliardi. Numeri che non sono serviti a tranquillizzare gli investitori.”Il mercato è nervoso perché, nonostante i risultati positivi, ha notato un calo nel fatturato delle divisioni di investment banking che, da sempre, rappresentano la vera benzina degli istituti”, dice in un altro studio Leggio. “In alcuni casi, come ad esempio Citigroup, il risultato positivo è stato raggiunto perché sono stati destinati minori fondi alle riserve. In altre parole, c’è il rischio di scoprire, nei prossimi trimestri, che le fondamenta di queste banche sono meno solide”.

La situazione, da questo punto di vista, è più tranquilla in Europa. Non a caso l’indice Msci finanziario della regione nell’ultimo mese ha guadagnato quasi il 3%. Merito anche di uno stress test condotto dall’Unione europea (sull’esempio di quello effettuato negli Stati Uniti) sulla soldità delle maggiori banche del Vecchio continente. Il risultato è che gli istituti potrebbero sopportare anche una situazione recessiva peggiore di quella attuale e restare in piedi nonostante una perdita totale di 400 miliardi di euro.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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