Le Borse mondiali segnano ancora il passo

Per gli economisti siamo nella peggior crisi dalla Grande depressione. Riviste al ribasso le stime di crescita.

Marco Caprotti 02/04/2008 | 14:44
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Dalla tempesta le piazze finanziarie mondiali sono passate alla bonaccia. Ma già, all’orizzonte, si vedono nuove nubi minacciose. Dopo mesi di volatilità e mercati al ribasso, a marzo l’indice Msci World è rimasto praticamente invariato. E’ ancora presto per dire quanto sarà pesante la nuova turbolenza, ma è meglio non farsi prendere da facili entusiasmi.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha tagliato le sue previsioni per la crescita globale e definisce quella attuale come “la peggior crisi finanziaria dalla Grande depressione degli anni ’30”. Secondo un documento appena preparato dall’Fmi (consultabile sul sito Internet del Fondo) l’economia mondiale nel 2008 crescerà del 3,7%. A gennaio le stime parlavano di un +4,1%. “Lo shock finanziario creato dai mutui americani subpr

ime (quelli di scarsa qualità, ndr) nell’agosto del 2007 si è propagato velocemente e in maniera imprevedibile infliggendo gravi danni ai mercati e alle istituzioni che rappresentano le fondamenta del sistema finanziario”, spiega il rapporto. “L’espansione globale sta perdendo il passo a causa di quella che è la peggiore crisi dai tempi della Grande depressione”.

Secondo l’Fmi ci sono il 25% di probabilità che la crescita della congiuntura globale scenda sotto al 3% nel 2008 e nel 2009. Un tasso che equivale a una recessione globale. “Il rischio più grande è rappresentato dagli eventi che non sono ancora stati registrati dai mercati. In particolare esiste la possibilità che le gravi perdite legate ai subprime facciano sparire i capitali, il che farebbe esplodere il settore dei crediti. Il Fondo ha abbassato le stime per quanto riguarda gli Stati Uniti portandole allo 0,5% per il 2008 e allo 0,6% per il 2009. A gennaio le attese erano appena sotto un +1,5%. L’area euro registrerà un’espansione di circa l’1,3% rispetto all’1,6% previsto a inizio anno.

Per quanto riguarda l’Asia, il Giappone crescerà dell’1,4% e la Cina del 9,3% (a gennaio le indicazioni erano, rispettivamente, per 1,5% e 10%). Secondo la Banca asiatica per lo sviluppo, l’intera regione (escluso il Sol levante) aumenterà il Pil del 7,6% (a settembre si parlava di +8,2%). “La divergenza fra i mercati sviluppati e quelli emergenti aumenterà ancora. I primi, in particolare avranno un andamento al di sotto del proprio potenziale”.

Ce ne sarebbe abbastanza per scappare dai mercati finanziari e nascondere i soldi sotto il materasso. “In realtà è una buona occasione per diversificare ulteriormente e ridurre i rischi con fondi che hanno un orizzonte geografico mondiale”, dice Gregg Wolper analista di Morningstar. “A patto però che il gestore cerchi veramente opportunità di investimento a livello globale”.

Molti di questi prodotti, infatti, utilizzano circa la metà dei soldi negli Stati Uniti, dedicando l’altra parte al resto del mondo. “Questa strategia non funziona”, dice Wolper. “Dopo tutto in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, in ogni settore - e ora più che mai - ci sono società che competono fra di loro per aumentare i profitti e le quote di mercato. In un mondo sempre più globalizzato non si può più guardare soltanto dentro i confini di casa propria”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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