Hedge Fund al raddoppio

Secondo Prometeia l’industria italiana degli Alternative Investments accelererà nel 2004, grazie al crescente interesse degli investitori istituzionali, motore della raccolta a livello internazionale nel 2003. A fine anno almeno 16 istituzioni italiane avranno fondi di fondi hedge in portafoglio.

Maria Grazia Briganti 25/02/2004 | 18:46
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Il 2003 è stato l’anno della svolta per i fondi speculativi presenti sul mercato italiano. Con la riduzione della soglia di ingresso minima, che ha portato a 500 mila euro la somma necessaria per accedere all’investimento in hedge funds, gli asset in gestione dei fondi speculativi in Italia sono saliti dai 2,2 mld di euro a 6,2 mld, grazie anche al consolidamento dell’offerta on-shore.

E secondo le stime di crescita presentate oggi a Milano da Hedge Invest, sgr italiana che gestisce oltre 300 milioni di euro in fondi di fondi hedge, le prospettive restano notevolmente positive e parlano addirittura di un raddoppio degli asset nel 2004. Come ha spiegato Stefano Meloni, presidente della società, “la crescita italiana si inserisce all’interno di un trend favorevole a livello mondial

e”.

Tuttavia, mentre negli Stati Uniti le masse gestite hanno raggiunto la ragguardevole soglia di 650 mld di dollari, e costituiscono oltre il 10% dell’industria americana dei fondi, in Italia tale percentuale è ferma a poco più dell’1%, quasi tutta costituita da fondi di fondi che anche nel resto del mondo si confermano lo strumento più utilizzato dal mercato istituzionale per investire in hedge fund.

In Italia, in particolare, secondo quanto emerge da uno studio di Prometeia commissionato da Hedge Invest, la domanda di investimenti in hedge fund è ancora legata all’iniziativa privata, e poco peso ha invece il mercato istituzionale rappresentato dai fondi pensione, le casse previdenziali private e le fondazioni bancarie. Tuttavia, sebbene in misura lenta rispetto al resto dell’Europa, gli operatori istituzionali stanno superando un’asset allocation strategica passiva, identificata con valori di equilibrio sulle principali classi di attività e stanno elaborando benchmark strategici più evoluti comprendenti in misura crescente investimenti alternativi.

Il crescente interesse di questa fetta di mercato si rivolge in particolare ai fondi on-shore, ovvero istituiti in Italia, preferiti per il maggior grado di trasparenza e sicurezza per gli investitori, tanto che Prometeia stima che a fine anno almeno 16 tra fondazioni e casse privatizzate (tra gli 800 organismi istituzionali) avranno fondi hedge nei loro portafogli. Una fetta ancora molto piccola, ma in forte crescita se si pensa alla relativa giovinezza dell’industria speculativa italiana.

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Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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