I dazi spingono gli investitori lontano dagli USA verso le azioni europee

Dall’annuncio di Trump, gli investitori hanno riversato più di 20 miliardi nei fondi azionari europei. Continuerà così?

Valerio Baselli 12/06/2025 | 08:58
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Illustrazione a collage di una nave da carico, bandiere degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell'Unione Europea e simboli di volatilità.

Punti chiave:

  • La rotazione dall’equity statunitense a quella europea ha subito un’accelerazione dalle minacce di guerre commerciali a febbraio.
  • È improbabile che i flussi in uscita dagli Stati Uniti e in entrata in Europa continuino al ritmo attuale.
  • Le azioni europee sono ancora sottovalutate rispetto a quelle USA.

Gli investitori si stanno spostando dagli Stati Uniti all’Europa, forse nella convinzione che l’era dell’eccezionalismo americano sia giunta al culmine e quindi per posizionarsi in vista di una sperata rinascita europea. Questo spostamento è stato in gran parte guidato dallo stimolo fiscale della Germania e dall’aumento della spesa per la difesa in Europa. Questo evidente cambiamento nel sentiment degli investitori si è già tradotto per il Vecchio continente nel più forte inizio d’anno relativo agli USA dal 2000.

Dall’inizio del 2025, l’indice Morningstar Europe ha guadagnato l’11,5%, mentre il Morningstar US Market Index ha perso il 6,9% (dati in euro, al 9 giugno).

La rotazione dalle azioni statunitensi verso i mercati azionari europei si è verificata da tempo. “Il capitale è fluito nella direzione opposta per diversi anni, mentre l’economia statunitense accelerava per uscire dalla pandemia, sostenuta dalla Bidenomics, mentre l’economia europea languiva, flirtando con la recessione fino al 2023″, afferma Michael Field, chief European equity market strategist di Morningstar.

Si potrebbe pensare che il recente rimbalzo delle azioni americane abbia fermato la grande rotazione dagli asset statunitensi a cui abbiamo assistito da quando il Presidente Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. Tuttavia, la ripresa dei prezzi delle azioni non cambia il fatto che stiamo potenzialmente assistendo a uno dei più grandi cambiamenti nel pensiero degli investitori degli ultimi decenni.

“Il sostegno politico coordinato all’Ucraina e la moderata espansione fiscale incentrata su infrastrutture, innovazione e assistenza sanitaria stanno aumentando la credibilità dell’Europa come contrappeso geopolitico ed economico agli Stati Uniti”, afferma Andrew Lake, chief investment officer di Mirabaud AM. Ciò ha determinato “una maggiore disponibilità da parte degli investitori a riconsiderare le allocazioni azionarie europee e una rotazione dal rischio di concentrazione percepito negli Stati Uniti”, aggiunge.

Con 26 miliardi di euro raccolti, il periodo da gennaio a marzo 2025 è stato il primo trimestre di flussi positivi nei fondi azionari europei dopo 12 trimestri consecutivi di deflussi netti. Da allora, con oltre 22 miliardi di euro raccolti in aprile e maggio, il secondo trimestre 2025 ha il potenziale per diventare il miglior trimestre dell’ultimo decennio per le strategie azionarie europee. Il record da battere appartiene al quarto trimestre del 2015, con 31,4 miliardi di raccolta netta.

Un fiume di soldi verso l’Europa

Il presidente Trump ha annunciato le sue tariffe reciproche il 2 aprile. Tra il 1° aprile e il 31 maggio i fondi e gli ETF azionari statunitensi domiciliati in Europa hanno attirato solo 125 milioni di euro di flussi netti combinati, raggiungendo un tasso di crescita organica piatto.

Per un determinato periodo, il tasso di crescita organica è definito come il flusso cumulativo del periodo diviso per il patrimonio netto totale iniziale. Questo dato dà un’idea più precisa dell’entità dei flussi rispetto alle dimensioni della categoria in un determinato periodo.

Nello stesso periodo, gli investitori hanno investito 22.3 miliardi di euro in fondi ed ETF azionari europei e dell’eurozona, con una crescita organica del 1,86%. In particolare, le strategie azionarie Europa large-cap blend hanno attirato 10,4 miliardi di afflussi netti, producendo una crescita organica del 4%.

Secondo Field di Morningstar, “il ritmo dei deflussi dagli Stati Uniti verso l’Europa non è destinato a continuare allo stesso ritmo”, a causa della portata “senza precedenti” dei riscatti che hanno seguito le politiche commerciali di Trump dal 2 aprile.

Questi deflussi “sono stati determinati dal panico per la situazione potenzialmente negativa per le azioni statunitensi. Quindi, in ultima analisi, flussi di questa portata non sono sostenibili”, aggiunge. “Ma è probabile che il concetto di maggiore esposizione all’Europa persista”.

A livello di fondi, l’Amundi STOXX Europe 600 UCITS ETF è stato il più venduto sia in aprile che in maggio, con quasi 2 miliardi di euro incassati, producendo un tasso di crescita organica del 20,2% in questi due mesi.

La fiducia nel sistema politico USA si è erosa

Poiché la brillantezza dei Magnifici Sette si è potenzialmente esaurita e le prospettive dell’economia europea sono migliorate, ha senso che gli investitori aumentino la loro esposizione alla regione. “L’anno scorso abbiamo parlato a lungo del miglioramento delle prospettive delle azioni europee, ma il vero catalizzatore è stato l’annuncio delle tariffe del Liberation Day”, spiega lo strategist azionario di Morningstar.

“Questo atto di autolesionismo ha avuto due effetti”, aggiunge. “Il primo è il timore a breve termine dei danni che potrebbe causare all’economia statunitense, che ha aumentato la pressione sugli investitori per allontanare i capitali dai mercati azionari USA. Il secondo effetto, più a lungo termine, è che questi annunci tariffari hanno eroso la fiducia nella macchina politica americana, aumentando la necessità per gli investitori di cercare mercati meno rischiosi dal punto di vista politico”.

Con il rally dei mercati azionari europei, le valutazioni sono aumentate in tutta la regione. Tuttavia, secondo l’analisi bottom-up di Morningstar, i titoli europei sono ancora leggermente sottovalutati e più convenienti rispetto al mercato statunitense.

“Il calo dei tassi di interesse in Europa dovrebbe favorire ulteriormente l’economia e le imprese”, afferma Field. “Questo, unito all’implementazione del fondo tedesco per le infrastrutture e all’aumento della spesa in settori come la difesa, potrebbe essere un vantaggio per la regione nel medio termine”.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

Correction: Una versione precedente di questo articolo conteneva un errore nei dati riportati nel sottotitolo e in due tabelle, che sottostimavano l'ammontare della raccolta dei fondi azionari Europa. L'ammontare corretto dei flussi in entrata nei mesi di aprile e maggio è pari a 22,3 miliardi di euro.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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