Investire in titoli low volatility europei

Le azioni con una minore volatilità garantiscono un miglior rapporto rischio-rendimento nel lungo termine e tendono a sovraperformare il mercato durante le fasi ribassiste. Ecco alcune idee di investimento per beneficiare in portafoglio dell’effetto low volatility.

Francesco Lavecchia 26/03/2024 | 14:26
Facebook Twitter LinkedIn

trading

Se fossimo degli investitori ottimisti saremmo sicuramente felici nel notare come, dopo un 2023 positivo, con il mercato azionario europeo in crescita di oltre il 10%, da inizio anno i listini della regione siano in rialzo del 6% (in euro al 22 marzo 2024). Negli ultimi 14 mesi la volatilità dei mercati è stata bassa (standard deviation dell’11,27%) e molto lontana dalla sua media storica di lungo periodo (standard deviation a 10 anni del 16,6% a fine mese di febbraio 2024). Inoltre, a breve dovrebbe arrivare il tanto atteso taglio dei tassi di interesse che promette di dare nuova spinta all’economia del Vecchio continente.  

Fin qui tutto bene, dunque, ma la storia ci insegna che non si può mai stare tranquilli, specie in una fase, come quella attuale caratterizzata da una forte instabilità geopolitica. Per questo motivo potrebbe avere senso adottare una strategia di investimento che punti a ridurre la volatilità del portafoglio, specie se si ha un obiettivo di lungo periodo. Gli economisti hanno dimostrato l’esistenza di un “low volatility-effect”, ovvero che su orizzonti temporali lunghi, le azioni che hanno una volatilità più bassa riescono a offrire un rendimento corretto per il rischio più elevato. Se si mettono a confronto l’indice S&P 500 con l’S&P Low Volatility, infatti, si nota come la sovraperformance del primo si riduca progressivamente man mano che si allarga il periodo di osservazione, dai 400 punti base sui 10 anni a 100 punti base sui 20 anni, mentre se si estende fino a 25 anni l’intervallo temporale si nota come l’indice dei titoli a bassa volatilità superi addirittura il benchmark, anche se solo di una ventina di pb.  

L'effetto "low volatility"

Tra le diverse cause che possono spiegare l’effetto volatilità c’è il successo delle strategie passive. “La popolarità di questi fondi, che hanno come obiettivo quello di replicare un benchmark, hao spostato il focus degli investitori verso il rendimento  versus l’indice di riferimento e questo ha indotto i gestori a inserire in portafoglio dei titoli con un Beta superiore a 1. Il risultato è che le azioni a più alto rischio tendono a essere sopravvalutate, mentre le azioni a basso rischio tendono a essere scambiate a sconto. Un’altra causa è legata ai pregiudizi comportamentali. Gli investitori sono solitamente alla ricerca di rendimenti elevati nel più breve tempo possibile, per questo sono disposti a pagare più del dovuto per azioni rischiose che percepiscono come simili ai biglietti della lotteria. Per questo motivo, i titoli a bassa volatilità hanno margini di apprezzamento più elevati”, scrive Joshua Traut, Ph.D. candidate and Research Assistant alla University of St. Gallen nel suo paper What we know about the low-risk anomaly: a literature review. 

I vantaggi di una strategia low volatility sono quelli tipici di un approccio difensivo, ovvero di avere una minore correlazione con il mercato di riferimento (Beta) e di sovraperformare durante le fasi di mercato ribassista. Dall’altra parte, però, c’è lo svantaggio di rimanere indietro nelle fasi rialziste come quella attuale. Al fine di fornire delle idee di investimento compatibili con questa strategia, abbiamo applicato un filtro di qualità alle holding che compongono l’indice Morningstar Europe Large Mid Cap, selezionando solo i titoli con un Economic moat. Le aziende con un vantaggio competitivo hanno business più solidi e sono maggiormente in grado di resistere agli shock esterni. Abbiamo poi ordinato i titoli rimanenti in base alla loro standard deviation a 3 anni (indice di volatilità) e tra quelli con i valori di deviazione standard più bassi abbiamo preso i 10 titoli con rating positivo (4 e 5 stelle). La filosofia di Morningstar, infatti, è che una buona azienda diventa una buona idea di investimento solo se viene scambiata a prezzi convenienti.  

Leggendo i nomi dei titoli che risultano da questa selezione non sorprende che la metà di essi appartengano al settore dei beni di consumo difensivi e che le azioni restanti siano comunque appartenenti a comparti difensivi come quello healthcare, beni industriali e delle telecomunicazioni. 

 

 

Diageo 

Negli ultimi 12 mesi, le azioni del gruppo britannico hanno largamente sottoperformato l’indice FTSE 100 (-14,9% vs +12,21%) e ora sono scambiate a un tasso di sconto di circa il 10% rispetto al fair value di 31 sterline (report aggiornato al 31/01/2024). L’azienda leader nel settore delle bevande alcoliche è stata penalizzata dalla contrazione della spesa discrezionale, come dimostra il profit warning lanciato lo scorso novembre, ma gli analisti di Morningstar hanno confermato il Moat rating pari ad Ampio.  

L’azienda può contare su un portafoglio di valore e su una elevata diversificazione dei ricavi a livello geografico che gli hanno permesso di mitigare i recenti risultati poco brillanti riportati in alcuni mercati. Secondo gli analisti, però, il peggio dovrebbe essere alle spalle e già dalla prima metà del 2024 dovrebbero registrarsi dei miglioramenti, anche per effetto del calo dell’inflazione e di una base di confronto più favorevole. 

“Prevediamo un ritorno alla crescita nell’anno fiscale 2025, anche se non ci aspettiamo che Diageo sarà in grado di tornare a correre a un ritmo del 5% prima del 2026. Per gli investitori con una visione rialzista dell’economia globale, Diageo potrebbe dunque dimostrarsi un titolo interessante per via della sua esposizione ai consumi discrezionali e dei prezzi convenienti ai quali è scambiata in questo momento”.  

Vinci 

Il titolo Vinci ha registrato una volatilità di poco inferiore a quella dell’indice Morningstar Europe Large Mid Cap negli ultimi tre anni ed è scontata del 13% rispetto al fair value di 133 euro (report aggiornato all’8 febbraio 2024). 

Il gruppo francese è uno dei maggiori investitori al mondo nelle infrastrutture per il trasporto (autostrade, aeroporti, ferrovie) e gli analisti di Morningstar gli riconoscono un Economic moat nella misura di Medio. “La combinazione di una posizione dominante in un mercato relativamente ristretto come quello francese, una regolamentazione stringente e la lunga durata dei contratti di concessione riducono le possibilità che possa emergere un competitor in grado di intaccare la posizione di vantaggio di Vinci”, dice Matthew Donen, analista azionario di Morningstar. “Le operazioni di M&A hanno aiutato l’azienda a diventare il più grande operatore aeroportuale in Francia, dove esistono barriere all'ingresso simili a quelle del mercato autostradale. Ci aspettiamo che il ritorno alla crescita dei passeggeri aerei negli scali di Vinci guideranno la crescita del gruppo in questo segmento, mentre l'acquisizione della divisione contratti energetici di ACS fornirà alla società transalpina un'esposizione al mercato delle energie rinnovabili”. 

 

 

Clicca qui per approfondire la metodologia della ricerca azionaria di Morningstar.

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Iscriviti alle newsletter Morningstar.

Clicca qui.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Diageo PLC2.776,00 GBX0,62Rating
Vinci SA111,10 EUR0,86Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures