I pro e i contro degli ETF

Alcuni vantaggi sono sopravvalutati, altri sono sottovalutati.

Ben Johnson 22/02/2024 | 10:35
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Come strumenti di investimento, i fondi negoziati in borsa o ETF presentano una serie di caratteristiche vantaggiose. Tuttavia, alcune sono sopravvalutate, altre sono sottovalutate. In entrambi i casi, si tratta di una descrizione errata dei vantaggi, di una mancanza di contestualizzazione o di una combinazione di entrambi. Esaminerò questi benefici, uno per uno.

1. Liquidità versus flessibilità

Perché la liquidità è sopravvalutata: ritengo che la liquidità degli ETF, intesa come la possibilità di negoziarli in Borsa come le azioni, sia sopravvalutata per due motivi. In primo luogo, questa descrizione è troppo limitata. In secondo luogo, la liquidità infragiornaliera potrebbe invogliare gli investitori a negoziare più spesso.

Perché la flessibilità è sottovalutata: Gli investitori possono andare long, short, acquistare gli ETF a margine, comprare e vendere opzioni su di essi, prestarli ad altri e così via. Questa versatilità può attrarre una base di investitori molto ampia e diversificata che utilizza questi fondi in modi diversi. La varietà degli investitori e degli usi degli ETF è alla base di una sana liquidità, che va a vantaggio di tutti gli investitori dei fondi.

2. Trasparenza versus prevedibilità

Perché la trasparenza è sopravvalutata: la trasparenza degli ETF intesa come la possibilità di vedere (nella maggior parte dei casi) cosa c'è all'interno dei loro portafogli su base giornaliera è una caratteristica sopravvalutata.

Perché la prevedibilità è sottovalutata: il concetto di predictability è attribuito al fondatore di Vanguard, Jack Bogle e si riferisce alla prevedibilità delle posizioni degli ETF, che replicano passivamente un indice, rispetto alle strategie attive tradizionali. Il riferimento è in particolare all'eliminazione dei rischi idiosincratici come il rischio del gestore. Sebbene alcuni investitori possano essere interessati sapere cosa c’è nel portafoglio di un ETF tanto da esaminarlo quotidianamente, credo che la maggior parte di essi sia attratta dalla stabilità fornita dalle regole che dettano la selezione e la ponderazione dei componenti dei loro portafogli. Questo aspetto è racchiuso nelle metodologie di indicizzazione. Con gli ETF, non c'è bisogno di preoccuparsi se il gestore lascia una società per andare in un’altra o le sue performance diventano deludenti.

3. Costi degli ETF versus i fondi indicizzati

Il vantaggio di costo degli ETF è spesso sopravvalutato, in particolare se confrontato con quello dei fondi indicizzati (non quotati) che possono applicare commissioni simili.

Il vantaggio dei fondi indicizzati rispetto agli ETF in termini di costi è spesso sottovalutato. Anche se le commissioni dei fondi indicizzati sono spesso più elevate di quelle degli ETF, questi ultimi presentano altri vantaggi in termini di costi, che molti investitori non conoscono. Ad esempio, non ci sono spread denaro-lettera. Queste voci di spesa possono raggiungere importi considerevoli nel tempo, soprattutto per gli investitori che risparmiano regolarmente.

4. Replica fisica versus replica sintetica

Perché la replica fisica è sopravvalutata: spesso si sente dire che gli investitori dovrebbero acquistare solo ETF a replica fisica. Si tratta di ETF che investono esclusivamente nei componenti dell'indice sottostante, mentre quelli a replica sintetica lo fanno tramite swap. L'argomentazione addotta è che gli ETF a replica sintetica assumono un elevato rischio di controparte. In realtà anche gli ETF a replica fisica che si impegnano nel prestito titoli assumono un rischio di controparte.

Perché la replica sintetica è sottovalutata: gli ETF a replica sintetica non sono ETF di seconda classe. Sono regolati dalle stesse linee guida dei loro omologhi a replica fisica. La composizione dei panieri in cui investono è comunicata in modo trasparente e tempestivo dai fornitori. Inoltre, gli ETF a replica sintetica presentano vantaggi significativi in alcuni mercati difficili da replicare fisicamente.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Ben Johnson  Ben Johnson è director of global exchange-traded fund research di Morningstar.

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