Cosa si nasconde dietro le valutazioni dell’automotive?

Il mercato è scettico sulla capacità del settore di tornare velocemente ai livelli di produzione pre-pandemia, ma gli analisti di Morningstar restano fiduciosi sulla crescita della domanda nei prossimi anni e giudicano il comparto scambiato a prezzi convenienti.

Robert van den Oever 22/08/2023 | 09:35
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volkswagen zwickau

Il settore auto sembra avanzare a ritmo spedito. Grazie a un aumento delle vendite in Europa del 17,9% nella prima metà del 2023, l'industria automobilistica dà l’impressione di essersi posizionata su un sentiero di crescita robusta nei prossimi trimestri.

Sui listini, però, le azioni delle principali case automobilistiche e delle aziende di componentistica europee sono scambiate a tassi di sconto molto generosi rispetto al fair value. È dunque il momento giusto per investire nell’industria dell’auto europea?

Il dato sulle immatricolazioni non dice la verità 
A influenzare l’umore dei mercati sarà la domanda dei consumatori nei prossimi trimestri. A differenza di quanto mostrano le attuali statistiche di vendita, i nuovi ordini di automobili sono in calo. Questo perché i consumatori sono titubanti a causa dell'elevata inflazione e della possibilità di una recessione economica nella seconda metà del 2023.

Il numero elevato delle nuove immatricolazioni registrato negli ultimi mesi è in gran parte dovuto alla consegna ritardata di ordini che non è stato possibile soddisfare a causa della carenza di chip e altri componenti che hanno limitato la produzione di automobili durante il Covid. I numeri registrati dall'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) negli ultimi 6 mesi, che indicano percentuali di crescita delle nuove immatricolazioni che vanno dal +11,3% di gennaio a un impressionante +28,8% di marzo, dimostrano le dinamiche di recupero del settore nel Vecchio continente.

Nel primo semestre, l’incremento delle immatricolazioni nella regione è stato del 17,9% con percentuali elevate in molti Paesi europei come Spagna (+24%), Italia (+22,8%), Francia (+15,3%) e Germania (+12,8%).

Ora però che le case automobilistiche hanno esaurito la maggior parte di quegli ordini arretrati, la nuova domanda, dicono gli analisti, è destinata a ridursi. L’associazione tedesca dell’industria automobilistica (Verband der Automobilindustrie), ad esempio, ha registrato nel primo semestre dell’anno un calo del 27% dei nuovi ordini, con riferimento alle case automobilistiche tedesche e agli ordinativi raccolti nel mercato interno, mentre quelli collezionati sui mercati internazionali sono scesi del 12%.

Questi numeri possono essere in parte spiegati con l'elevata inflazione che tende a far posticipare la decisione delle famiglie di acquistare una nuova auto. I prezzi al dettaglio sono saliti in modo significativo e l'aumento dei tassi di interesse rende il finanziamento di un'auto molto più costoso.

Le aspettative degli analisti
“Questo rallentamento della domanda si tradurrà in una crescita delle vendite di auto in Europa (compreso il Regno Unito) tra l'1% e il 5% nel 2023”, dice Richard Hilgert, Senior Equity Analyst di Morningstar. “La domanda dovrebbe risalire di nuovo dopo che i timori per una recessione nel Vecchio continente avranno raggiunto il picco e il rallentamento dell’economia avrà toccato il punto più basso. Le nostre previsioni, infatti, indicano una crescita delle immatricolazioni dai 12,8 milioni del 2023 ai 15,8 milioni del 2027”.

Anche la produzione è destinata ad aumentare. I livelli di produzione delle case automobilistiche sono ancora relativamente bassi al momento, dicono gli analisti. I volumi registrati nella prima metà del 2023 sono stati inferiori del 21% rispetto a quelli del 2019, ultimo anno prima della pandemia (dati Acea). E questo a causa del fatto che l'industria dei chip non è in grado di fornire ciò di cui le case automobilistiche hanno bisogno. Se, dunque, i produttori di chip aumenteranno la loro capacità e investiranno sul rafforzamento o sulla costruzione di catene di approvvigionamento locali, allora la produzione di autovetture potrà aumentare.

“Quando l'industria dell’auto raggiungerà il punto in cui la produzione e gli ordini pareggiano la domanda, allora i ricavi e i profitti delle aziende cresceranno verso quei livelli impliciti negli attuali fair value stimati per i titoli del comparto. A nostro avviso, le basse valutazioni di mercato alle quali sono scambiate le azioni dell’automotive sono ancora da ricondurre agli effetti prodotti dal Covid.  Nella prima metà del 2021, i titoli dell’auto sono saliti anticipando una domanda e una produzione più elevate, ma poiché queste non si sono concretizzate per i motivi citati, nel primo trimestre del 2022 è seguito un forte sell-off. Ed eccoci arrivati ad oggi, con titoli come Volkswagen che sono scambiati a un tasso di sconto del 63% rispetto al fair value”, aggiunge Hilgert.

Quindi il settore automobilistico è sottovalutato? Secondo gli analisti di Morningstar, si vede un chiaro percorso verso una domanda più alta nei prossimi anni, e se questa dovesse materializzarsi assisteremmo a una risalita dei titoli dell’automotive. Se invece, la domanda dovesse raggiungere il picco entro il 2025 e non ci fossero degli stimoli che aiutino a mantenerla alta, allora ci troveremmo davanti a un nuovo sell-off.

 

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Info autore

Robert van den Oever  è Research Editor di Morningstar in Amsterdam

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