Il futuro di Mediobanca passa dalla crescita dei dividendi

La prossima cedola, pari a 0,75 euro per azione, sarà staccata il 21 novembre e messa in pagamento il 23 novembre. Il tutto per un dividend yield non lontano dall’8%

Fabrizio Guidoni 08/11/2022 | 10:12
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L’appuntamento per l’approvazione del bilancio 2021-2022, chiuso al 30 giugno, con l’assemblea dei soci in agenda il 28 ottobre, appena dopo la diffusione dei risultati al primo trimestre del nuovo anno fiscale, è stata l’occasione per Mediobanca per fare il punto sul presente e sul futuro dell’istituto di Piazzetta Cuccia, da sempre uno dei centri di gravità del sistema finanziario italiano. Quella che ne è emersa è una fotografia con diverse sfumature positive da più punti di vista, enfatizzata proprio dalla diffusione dei dati relativi al primo trimestre, risultati migliori delle aspettative.

Un parterre di soci importante
Al momento dell’assemblea il libro soci ha indicato un capitale sociale di Mediobanca pari a 443,6 milioni di euro. Un dato che si confronta con una capitalizzazione all’8 novembre arrivata a sfiorare quota 8 miliardi di euro. Le quote dei principali azionisti hanno mostrato Delfin al 19,77%, Caltagirone al 5,61%, Blackrock al 4,16% e Mediolanum al 3,43%. Esiste anche una quota di azioni proprie pari all’1,1% del capitale.

Piano strategico in via di completamente
I numeri del bilancio sono risultati incoraggianti a tal punto che, considerati anche i dati del primo trimestre del nuovo anno fiscale 2022-2023, i vertici della banca ritengono possibile che Mediobanca possa riuscire a raggiungere già a fine giugno 2023 una parte rilevante e maggioritaria degli obiettivi del “Piano d’impresa 2019/2023”, in particolare per quanto riguarda la crescita dell’utile per azione e la remunerazione degli azionisti.

La forza dei dividendi
L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha approvato il bilancio d'esercizio e la distribuzione degli utili  e del dividendo. La cedola, pari a 0,75 euro per azione, sarà staccata il prossimo 21 novembre e messa in pagamento il 23 novembre. Il tutto per un dividend yield del 7,98%.

L’amministratore delegato, Alberto Nagel, commentando i risultati annuali e del primo trimestre ha spiegato: “se la dirittura di marcia si conferma come nel primo trimestre possiamo battere l’obiettivo di 1,9 miliardi di euro di distribuzione agli azionisti” previsto dal Piano. Guardando al futuro, Nagel ha poi sottolineato: “questo trimestre è partito bene, anche grazie al margine di interesse andato meglio delle aspettative”.

L’avvio incoraggiante del primo trimestre del nuovo anno fiscale
In effetti, la società di Piazzetta Cuccia ha superato le attese degli analisti con i risultati del primo trimestre, forti di una sostenuta crescita dei ricavi, in particolare del margine di interesse.

I numeri parlano chiaro: il trimestre ha registrato un utile netto di 262,6 milioni, di fatto in linea con i 261,9 milioni dello scorso anno, ma in ogni caso superiore al consensus raccolto dalla banca di 230 milioni. Migliori delle attese anche i ricavi complessivi pari a quota 757 milioni (+7%) rispetto a un consensus di 705 milioni.

In particolare, il margine di interesse è salito dell’11% a 396 milioni sulla scia della spinta di tutte le divisioni, anche a seguito del miglioramento dei volumi, del riprezzamento degli attivi e della positiva gestione del costo della raccolta. Il management si è quindi mostrato positivo sull’outlook: “Il ritorno a tassi positivi, unitamente alla dinamica degli impieghi, continuerà a favorire la significativa crescita del margine di interesse”. Il tutto rafforzato da un valore del CET1 (Common Equity Tier 1), il coefficiente indicante il grado di patrimonializzazione delle banche, al 30 giugno 2022 attestato al 15,7%.

Il parere degli analisti
I risultati del primo trimestre sono stati accolti nel complesso positivamente dalla comunità degli analisti finanziari. UBS ha aumentato del 7-9% le stime sugli utili di Mediobanca per il periodo 2023-2025 dopo i conti giudicati “forti” del primo trimestre. Un giudizio positivo è arrivato anche dagli esperti di Intesa Sanpaolo, che hanno anch’essi definito “forti” i conti del primo trimestre 2022-2023. Inoltre, hanno evidenziano come la guidance per l’intero anno sia stata migliorata su voci come il net interest income e il costo del rischio, con conseguente aumento della visibilità sul target dell’utile per azione (EPS) per il periodo 2022-2023, che è stato confermato. Deutsche Bank ha invece sottolineato che la generazione di ricavi evidenziata da Mediobanca resta molto forte nonostante uno scenario esterno sempre più sfidante, che potrebbe portare ad un approccio di tipo ''risk-off'' da parte di consumatori e investitori e quindi impattare sui ricavi. Banca Akros ha dato enfasi ai conti del primo trimestre definendoli ”migliori delle attese”, e migliorando le stime di EPS adjusted da 1,14 a 1,19 euro per l’esercizio in corso e da 1,16 a 1,21 euro per il 2023-2024. 

L’apertura prudente a operazioni di M&A
In occasione dell’assemblea dei soci l’AD Alberto Nagel ha fatto qualche apertura al tema M&A. “Per le operazioni straordinarie di grandi dimensioni dobbiamo essere prudenti per non impoverirci patrimonialmente, dobbiamo avere la capacità di trattenere i promotori finanziari. Sono operazioni interessanti sulla carta ma quando uno poi entra nella fattibilità è diverso", ha affermato Nagel, sintetizzando così il tutto: “Siamo sempre aperti e interessati, parliamo con tutti ma alla luce del nostro piano e della congiuntura dobbiamo essere prudenti”.

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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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