Il caso DWS e il giro di vite sul greenwashing

Quando a maggio le autorità tedesche hanno fatto irruzione in Deutsche Bank e nel suo asset manager DWS, il greenwashing è passato rapidamente dall'essere una cattiva pubblicità a un enorme rischio legale. Questa consapevolezza ha cambiato l'industria.

Antje Schiffler 28/09/2022 | 09:29
Facebook Twitter LinkedIn

 man-on-earth

L'irruzione della polizia in DWS all'inizio di quest'anno ha rappresentato un campanello d'allarme per l’industria del risparmio gestito sul tema ESG. E forse qualcosa sta già cambiando.

Vediamo come si sono svolti gli eventi e cosa significano per il futuro.

SFDR: Che cos'è il greenwashing?
Il termine greenwashing non è poi così nuovo: deriva da un saggio di un ambientalista degli anni '80, che denunciò un hotel delle Fiji per aver incoraggiato il riutilizzo degli asciugamani, apparentemente per amore dell'ambiente, ma in realtà per tagliare i costi. Allo stesso tempo, denunciavano gli attivisti, quell'hotel stava espandendo in modo aggressivo la propria presenza su un’isola con un ecosistema fragile.

Nel suo viaggio di decenni dalle Fiji a Francoforte, la questione del greenwashing è diventata molto più complessa. In primo luogo, non esiste una definizione chiara di greenwashing per i prodotti finanziari, ma il termine viene utilizzato quando le società di gestione sono accusate di esagerare o travisare intenzionalmente le caratteristiche di sostenibilità dei loro prodotti, ingannando così gli investitori.

Soldi poco green
"Il greenwashing pone problemi al pianeta se il denaro non confluisce in attività che contribuiscono a risolvere problemi ambientali, come il cambiamento climatico, o sociali come il miglioramento delle condizioni dei lavoratori”, affermano Jon Hale, direttore della ricerca sulla sostenibilità in America di Morningstar Sustainalytics, e Hortense Bioy, direttore globale della ricerca sulla sostenibilità di Morningstar. A volte vengono utilizzati altri termini, come impact-washing o SDG-washing, quest'ultimo riferito agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

Al momento, il caso di greenwashing più eclatante in Europa è stato quello di DWS. Alla fine di maggio, procuratori federali, polizia e autorità di regolamentazione finanziaria hanno perquisito le sedi di Deutsche Bank e della sua filiale DWS per sospetta frode negli investimenti. L'allora direttore di DWS, Asoka Wöhrmann, è stato licenziato e sostituito da Stefan Hoops, ex responsabile del corporate banking di Deutsche Bank.

La whistleblower ed ex responsabile della sostenibilità di DWS, Desiree Fixler, ha dato il via alle indagini lo scorso agosto, quando ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni sulle pratiche di sostenibilità di DWS, dopo essere stata licenziata. Sono seguite indagini negli Stati Uniti e in Germania. Ho parlato con la Fixler a giugno. Era entrata in DWS nel 2020 ed è stata licenziata nel marzo 2021. Ne è seguita una battaglia legale presso il Tribunale del lavoro di Francoforte, dove Fixler ha perso.

Fixler era stata assunta per promuovere gli sforzi ESG dell'azienda, ma dice di aver incontrato subito delle resistenze. In particolare, è stata la relazione annuale del 2020 a diventare un pomo della discordia. Secondo Fixler, il consiglio di amministrazione ha insistito per riportare nella relazione annuale 459 miliardi di euro di asset in gestione come “ESG-integrated”. All'epoca, DWS utilizzava questo termine per i fondi che in seguito sarebbero stati classificati come articolo 6 ai sensi del regolamento SFDR, ossia comparti non categorizzati come sostenibili (articolo 8 o 9), ma che comunque tengono conto delle informazioni ESG. Fixler sostiene che questo numero è stato gonfiato.

Regolamento SFDR: cosa prevedono gli articoli 8 e 9

Regolamento SFDR: cosa prevedono gli articoli 8 e 9

DWS non ha risposto alle richieste di replica inviate via e-mail da Morningstar in merito alle accuse di Fixler.

Fixler afferma che DWS ha utilizzato quello che chiama “ESG Engine”, uno strumento alimentato da dati e punteggi provenienti da MSCI, ISS e Morningstar Sustainalytics, che combinava informazioni su migliaia di società. Quindi veniva calcolato un punteggio, basato su medie ponderate. Ogni investimento nella piattaforma riceveva un “Climate Risk Rating” (valutazione del rischio climatico), da A a F, e un cosiddetto “Norm Controversy Rating” (valutazione della controversia), anch'esso da A a F.

Il risultato del motore veniva poi messo a disposizione dei gestori di portafoglio. Secondo Fixler, questo era sufficiente per il consiglio di amministrazione per mettere l'etichetta "ESG-integrated" nei prospetti informativi dei prodotti.

Secondo Fixler, i monitoraggi interni, in collaborazione con altri specialisti ESG di DWS, hanno dimostrato che solo una minima parte dei gestori di portafoglio utilizzava effettivamente i dati disponibili nel motore ESG e li integrava nel proprio processo di investimento, per cui la somma di 459 miliardi di euro di masse gestite “ESG-integrated” era decisamente esagerata. Secondo Fixler, un totale di 100-150 miliardi di euro sarebbe stato più realistico.

Fixler ha precisato che i gestori avevano a disposizione i dati ESG ed erano incoraggiati a integrarli nei loro processi di investimento. “Ma avere a disposizione i dati non significa utilizzarli”, ha dichiarato.

Fixler ha perso la causa per licenziamento illegittimo a gennaio. Nello stesso mese, le autorità tedesche hanno iniziato a indagare su DWS per sospetta frode nell'investimento di capitali (Sezione 264a del Codice Penale tedesco). “Dopo un esame, sono emersi sufficienti indizi fattuali che, contrariamente alle informazioni contenute nei prospetti di vendita dei fondi DWS, i criteri ESG sono stati effettivamente presi in considerazione solo in una minoranza di investimenti, non in un gran numero (‘frode del prospetto’)”, ha dichiarato all'epoca il procuratore, Nadja Niesen, riprendendo ampiamente le accuse di Fixler.

“State ingannando gli investitori perché dite loro che c'è una maggiore gestione del rischio, una maggiore due diligence perché considerate i fattori di rischio ESG e quelli di opportunità. Ma i gestori di portafoglio - la maggior parte - non utilizzano i dati ESG disponibili. Non sappiamo quale sia il numero, non lo tracciamo”, ha detto Fixler al consiglio di amministrazione prima del suo licenziamento.

Fixler ha aggiunto che il sistema presentava altre lacune. Il motore ESG è stato calibrato in modo errato e nel giugno 2020 ha assegnato a Wirecard - sull'orlo del collasso nel più grande scandalo finanziario tedesco - il secondo rating ESG più alto a causa della forte governance aziendale. Nel frattempo, Amazon ha ottenuto una F dopo essere stata multata dalle autorità di regolamentazione. Gli aggiornamenti dell’ESG engine venivano effettuati solo ogni sei settimane, per cui i gestori di portafoglio dovevano lavorare con dati obsoleti, se mai li avessero utilizzati.

Morningstar ha proceduto a una nuova valutazione del Parent rating di DWS (uno dei pilastri dell’Analyst rating), mantenendolo pari a “medio”. “Una cultura improntata sull’asset gathering, una leadership discutibile e instabile e la persistente influenza di un proprietario in difficoltà pesano su DWS. Ma l'azienda ha anche dei punti di forza nella sua gamma di fondi, possiede ampie risorse ed è stata in grado di mantenere i suoi team di investimento abbastanza stabili, tutti elementi che confermano il Parent rating nella misura di medio", ha scritto Natalia Wolfstetter, analista di Morningstar.

Le accuse di greenwashing hanno contribuito all’uscita dell'amministratore delegato, Asoka Woehrmann, nel giugno 2022. “La sua credibilità era già stata danneggiata a seguito dell'uso di e-mail personali per scopi lavorativi e di un grosso pagamento ricevuto da un cliente quando era a capo del settore clienti-privati di Deutsche Bank, prima di essere nominato CEO di DWS nel 2018. Il suo successore, Stefan Hoops è il sesto CEO dell'azienda negli ultimi 10 anni, il che evidenzia l'instabilità dei vertici dell'azienda. Questa nomina mostra anche la continua influenza della società madre, anche dopo l'IPO parziale del 2018. Hoops ha trascorso la maggior parte della sua carriera in Deutsche Bank, ma non ha un background di asset management”, ha proseguito Wolfstetter.

“Nonostante tutto questo, il team di investimento di DWS è riuscito a rimanere abbastanza stabile, senza partenze di alto profilo dal 2016. L'azienda ha anche fatto dei passi avanti per ottenere una maggiore indipendenza”, afferma l’analista di Morningstar. L'ESG Commitment Level di Morningstar per DWS è rimasto invariato a Basic.

Il greenwashing non è un reato penale (per ora)
La misura in cui le azioni di DWS costituiscano un atto criminale è incerta al momento. Secondo André Szesny, partner dello studio legale Heuking Kühn Lüer Wojtek, “attualmente non esiste una normativa che renda punibile il greenwashing”. Innanzitutto, non esiste ancora una definizione chiara del significato di ESG e sostenibilità. Nessuna accusa penale può essere collegata a termini vaghi.

Un reato penale per il greenwashing potrebbe, tuttavia, essere creato in una normativa futura. Nel diritto penale tedesco vige il principio di certezza, secondo il quale gli individui devono sapere esattamente quali sono le conseguenze legali del loro comportamento. “Le condizioni del reato devono essere determinate prima che la pena possa essere comminata. Deve essere delineato molto chiaramente ciò che si può fare e ciò che non si può fare”, ha detto Szesny. Finché le idee sulla sostenibilità continueranno a divergere, non sarà possibile, ma la tassonomia dell'UE va proprio nella direzione di definire questo aspetto.

“Per quanto riguarda il concetto di sostenibilità, quello che manca al momento è il riferimento al legal asset”, spiega ancora l'avvocato. Nel caso di frodi negli investimenti, ad esempio, il legislatore si preoccupa di proteggere il patrimonio dell'investitore. E non è certo che tale bene sia messo in pericolo dalle informazioni esagerate in materia di ESG, per quanto moralmente sbagliate possano essere.

I funzionari di DWS sono accusati di un “sospetto iniziale di frode negli investimenti”, e un sospetto iniziale è una soglia molto bassa alla quale i pubblici ministeri devono intervenire, ha detto il legale.  Tuttavia, le dichiarazioni non veritiere contenute negli opuscoli di vendita potrebbero essere considerate concorrenza sleale. “Si tratta di diritto civile, che dà diritto all'investitore di annullare l'acquisto”, spiega Szesny.

La SEC ha acceso i riflettori sul greenwashing
Anche le autorità statunitensi di vigilanza stanno prendendo di mira i casi di inganno degli investitori attenti alla sostenibilità. A maggio, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha multato Bank of New York Mellon per 1,5 milioni di dollari. La denuncia riguardava dichiarazioni errate e omissioni relative all'integrazione ESG nei suoi prospetti informativi tra luglio 2018 e settembre 2021. Sebbene BNY Mellon avesse segnalato controlli qualitativi in tema ESG, questi non erano sempre stati effettuati. La società ha pagato la multa e ha modificato i suoi prospetti.Anche Goldman Sachs è nel mirino della SEC per alcuni suoi fondi ESG.  

All'inizio del 2021 l'agenzia, guidata da Gary Gensler, ha istituito una Task Force Climate and ESG per arginare il crescente problema del greenwashing. “L'obiettivo iniziale sarà quello di individuare eventuali lacune o inesattezze materiali nella comunicazione dei rischi climatici da parte degli emittenti in base alle norme vigenti.  La task force analizzerà anche le questioni di disclosure e compliance relative alle strategie ESG dei consulenti di investimento e dei fondi”, ha dichiarato la SEC.

Naturalmente, non tutti i comportamenti scorretti sono intenzionali o fraudolenti. Alcuni derivano dal fatto che il mercato è giovane e mancano standard uniformi. Le società di gestione navigano in acque inesplorate tra dati mancanti e norme e regolamenti in continua evoluzione.

I gestori abbassano i toni
Secondo Hortense Bioy di Morningstar, i casi recenti hanno reso gli asset manager più cauti nelle loro promesse ESG. Alcuni gestori hanno eliminato i termini legati all'ESG dai nomi dei fondi. "Se da un lato continuerà il trend di riproposizione e rebranding dei fondi iniziato qualche anno fa, dall'altro ci aspettiamo una nuova tendenza dei gestori patrimoniali a de-enfatizzare le credenziali ESG dei fondi nel materiale di marketing e a rimuovere l'ESG dai nomi di alcuni fondi", ha dichiarato Bioy.

In casi estremi, i fondi vengono anche declassati nel loro status SFDR. Questo è accaduto a 16 fondi nel secondo trimestre, come mostra l'ultima analisi di mercato di Bioy. Tutti i 16 fondi declassati sono stati riclassificati dall'articolo 9 all'articolo 8. Secondo Bioy, queste riclassificazioni sono il risultato di un approccio più cauto da parte dei gestori, alla luce dei recenti chiarimenti normativi.

Tuttavia, i downgrade sono compensati da diverse centinaia di upgrade. Le società di gestione continuano ad aggiornare i propri fondi migliorando i processi di integrazione ESG, aggiungendo criteri ESG obbligatori agli obiettivi e alle politiche di investimento o, in alcuni casi, modificando completamente il mandato di una strategia, ha sottolineato Bioy.

Cosa accadrà in futuro
Nel breve termine, l'informativa prevista dalla SFDR contribuirà a combattere il greenwashing, perché l'aumento della trasparenza permette di convalidare e comprovare gli obiettivi pubblicizzati. Secondo uno studio congiunto di pwc e Morningstar, “le norme forniscono modelli e richiedono la disclosure di informazioni specifiche sulla sostenibilità a livello di prodotto piuttosto che frasi più generiche”.

Inoltre, le modifiche in tema ESG della MiFID II, in vigore da agosto, richiedono alle società finanziarie di valutare le caratteristiche di sostenibilità dei prodotti finanziari al momento di determinare il target market e di considerare le preferenze dei clienti in materia di sostenibilità nella consulenza sugli investimenti.

Anche gli standard IFRS e il lavoro dell'EFRAG saranno di supporto, in quanto l'informativa delle aziende diventerà più coerente e completa, aggiunge Bioy.

Desiree Fixler è convinta che il caso DWS sia stato un campanello d'allarme per il settore, affinché le informazioni non finanziarie siano altrettanto accurate quanto quelle finanziarie.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Iscriviti alle newsletter Morningstar.

Clicca qui.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
DWS Group GmbH & Co KGaA37,58 EUR2,34

Info autore

Antje Schiffler  è Editor di Morningstar in Germania

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures