L’ABC della finanza dice che per abbassare il rischio complessivo del proprio portafoglio bisogna diversificare gli investimenti. Questo significa, in sostanza, possedere strumenti che si muovono in maniera indipendente l’uno dall’altro.
La diversificazione è un concetto che assume diverse forme e che non si limita alla ripartizione tra equity e bond. L’azionario, ad esempio, è una classe d’attivi molto ampia, composta da investimenti anche parecchio diversi tra loro. Infatti, i sotto-segmenti vengono classificati a seconda della capitalizzazione della società (large-cap, mid-cap e small-cap), del mercato di riferimento (paesi sviluppati o mercati emergenti) e soprattutto del settore economico di cui fa parte l’azienda (industriale, finanziario, energetico, ecc.). È importante avere un’idea di come i vari settori economici rappresentati dalla propria esposizione azionaria si influenzino a vicenda, in modo da evitare di investire in strumenti che sono soggetti a movimenti molto simili.
Guardando i dati sottostanti, ad esempio, si nota come la correlazione tra i vari settori azionari sia cambiata nel corso degli ultimi cinque anni. Vediamo in particolare come l’oro abbia perso nel corso degli ultimi 12 mesi quella funzione da “diversificatore” che assumeva meglio negli anni precedenti. La correlazione tra il settore aurifero e quello dei servizi finanziari, ad esempio, è passata allo 0,11 a cinque anni allo 0,64 a un anno. Detto questo, da notare che non si trovano correlazioni negative nemmeno a cinque anni, segno che questa tendenza non è così recente.
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