Falsi miti: Un PAC è sempre una buona idea

Nel caso si abbia un’importante somma a disposizione da investire (liquidazione, bonus o eredità), l’evidenza statistica suggerisce di entrare nel mercato in un’unica soluzione e non in piccoli acquisti periodici.  

Valerio Baselli 18/09/2019 | 10:31
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Valerio Baselli: Lo so, le spese sono tante e capita raramente, ma immaginiamo di avere a disposizione una grossa somma da investire.

Lo zio d’America ci ha lasciato tutta la sua enorme fortuna (ma poi, esisteranno ancora gli “zii d’America”?), il nostro capo ha voluto premiarci con un bonus spropositato, abbiamo vinto al Lotto! Magari!

So cosa state pensando! Investiamo un po’ alla volta. Questa modalità si chiama PAC, Piano di accumulo del capitale, cioè una modalità di accesso al mercato graduale, che si basa su sottoscrizioni periodiche di importi modesti. Ad esempio, invece di investire 12 mila euro in un colpo solo, si può prevedere di effettuare 60 versamenti di 200 euro l'uno con cadenza mensile, in cinque anni. Questo ci permetterà di guadagnare di più, rischiando di meno, giusto?

Sbagliato! Diversi studi hanno dimostrato che, in media, la scelta di investire tutto subito permette di guadagnare di più. Inoltre, più si allarga il periodo temporale della contribuzione col PAC, meno esso diventa performante. 

L’unico caso in cui il PAC mi darebbe la certezza di guadagnare di più è quello di trovare un mercato in ribasso per quasi tutta la durata della contribuzione e in rialzo nella fase finale. Molto difficile da prevedere. La migliore strategia, se possibile, è di investire i nostri soldi appena disponibili in modo da farli “lavorare” sul mercato.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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