Il Giappone si aggrappa ancora a Shinzo

L’azionario nipponico sta soffrendo, ma nel lungo periodo ha corso. Merito anche delle riforme del premier Abe. Le valutazioni, dicono gli analisti di Morningstar, ancora non riflettono il reale potenziale dell’Arcipelago.

Marco Caprotti 13/12/2018 | 09:58
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Il Giappone soffre ma, nel lungo periodo, ha dato soddisfazione agli investitori. E, aggiungono gli analisti di Morningstar, potrebbe darne ancora. La categoria Morningstar dedicata alle Large cap del Sol levante nell’ultimo mese (fino all’11 dicembre e calcolata in euro) ha perso il 5,43% (-5,98% in yen) portando a -8,46% la performance da inizio anno (-13,14% in valuta locale). Quella riservata all’azionario mid e small cap negli stessi periodi, ha segnato -6,76% (-7,30%) e -10,9% (-15,5%). Gli andamenti riflettono quello fatto segnare dal paniere Morningstar Japan.

Indice Morningstar Japan
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Dati in euro aggiornati all11 dicembre 2018
Fonte: Morningstar Direct

Il quadro cambia, tuttavia, se si sposta la visione sul lungo periodo. Negli ultimi 10 anni il paniere dedicato all’equity nipponico ha guadagnato (in euro) quasi l’8% (+8,44% in yen). Nello stesso arco temporale la categoria dedicata alle società a grande capitalizzazione ha segnato +7,5% mentre quella per le mid e small cap ha registrato +13,2%. Dal punto di vista operativo i prezzi dell’azionario giapponese potrebbero attirare gli investitori. “Le riforme strutturali del paese dovrebbero dare una spinta agli utili aziendali”, spiega Dan Kemp responsabile degli investimenti di Morningstar Investment Management. “Relativamente ad altre regioni, la valutazioni sono interessanti”.

La spinta di Abe
Le riforme strutturali, peraltro, sembrano essere alla base di buona parte della corsa della Borsa del paese in passato e di quella che potrebbe avvenire in futuro. “Sono ormai sei anni che Shinzo Abe è diventato primo ministro. Questo fa di lui il premier che è rimasto in carica più a lungo in Giappone”, spiega Cherry Reynard, analista di Morningstar. “Da quando è stato eletto ha portato avanti significative riforme economiche, fra cui un programma di allentamento monetario che non ha precedenti. Questo ha sostenuto i mercati. Ma molti credono che le valutazioni ancora non riflettano la portata delle riforme”.

La cosiddetta Abenomic si basa su quella che viene definita la politica delle “tre frecce”: quella fiscale, quella monetaria e le riforme strutturali. Lavorando su questi tre fronti il paese è uscito dalla situazione di deflazione permanente. “Le statistiche sulla crescita economica, però, continuano a mostrare un andamento erratico. I numeri relativi al terzo trimestre rilevano una contrazione dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono pochi quelli che prevedono una recessione. Ma in questa situazione Abe non può permettersi di rallentare il suo programma”.

Giappone a sconto
Perché il Giappone, allora, resta a sconto? “In parte è un’eredità degli anni peggiori, quando la deflazione era endemica e i profitti aziendali deboli”, dice Reynard. “Alcuni investitori fanno fatica a credere che le cose siano cambiate”. Ci sono poi preoccupazioni legate alla crescita globale. Il consensus parla di un progresso del 3,7% per il 2018 e 2019. Ma molti temono che una volta passato l’effetto dei tagli alle imprese Usa e quando ci sarà una seria mancanza di liquidità sul mercato la congiuntura mondiale ne risentirà. Questo potrebbe essere un problema per il Giappone che resta il mercato più liquido dell’Asia e, quindi, quello che viene venduto prima quando gli investitori vogliono alleggerire la presenza della regione in portafoglio. L’Arcipelago, inoltre potrebbe essere colpito dalla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.

Dove si trovano quindi le opporunità? “Alcuni investitori credono che se la parte dell’economia legata alle esportazioni dovesse soffrire, ci potrebbero essere buone opportunità fra le società che lavorano sul mercato domestico, soprattutto fra le piccole e medie imprese”.

I fondi della categoria Japan Small&Mid cap
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“In generale il Giappone non ha un’economia che cresce in maniera costante, ma è sicuramente in forma migliore rispetto al periodo pre-Abe e questo non è espresso dalle valutazioni”, dice Brenchley. “Le riforme aziendali continueranno a fornire una spinta al mercato azionario. I dividendi stanno aumentando ma possono crescere ancora. Alla fine questi elementi, più che la crescita economica, potranno essere quelli che permetteranno di realizzare valore con l’equity Made in Japan”.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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