Gli Etf guadagnano terreno sugli indicizzati tradizionali

In Europa, i fondi passivi quotati raccolgono di più rispetto ai replicanti classici, che però continuano ad avere un patrimonio in gestione più importante, anche se il gap non smette di ridursi.

Valerio Baselli 12/03/2018 | 10:41
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La “guerra dei replicanti” non ha un chiaro vincitore. Se da un lato gli Exchange traded product hanno raccolto nell’ultimo anno il 30% in più rispetto ai fondi indicizzati non quotati, è altrettanto vero che questi ultimi presentano un patrimonio gestito leggermente più importante (dati in euro al 31 gennaio 2018, fondi domiciliati in Europa).

Quello che è certo, tuttavia, è che la gestione passiva non smette di attrarre flussi. La comprovata difficoltà dei gestori attivi a battere il proprio benchmark sul lungo periodo e i costi di gestione particolarmente bassi, ne fanno un’opzione convincente per un numero sempre maggiore di investitori.

Raccolta netta mensile dei fondi europei (attivi vs. passivi)
Graph ETPVs Index 02 18
Dati in euro al 31 gennaio 2018 (fondi domiciliati in Europa, monetari esclusi).
Fonte: Morningstar Direct.

Nel periodo tra febbraio 2017 e gennaio 2018, gli Etp europei hanno raccolto oltre 90 miliardi di euro, raggiungendo i 579 miliardi di patrimonio gestito. Inoltre, il numero di replicanti quotati nel Vecchio continente si attesta a 2.240 (al 31 gennaio 2018, escludendo i prodotti monetari).

I fondi comuni indicizzati tradizionali, dal canto loro, hanno attirato quasi 69 miliardi di flussi netti, chiudendo il periodo a 695 miliardi di patrimonio. A fine gennaio, sono disponibili in Europa 909 fondi passivi.

Come misura di confronto, i fondi aperti attivi (circa 30 mila quelli disponibili in Europa, monetari esclusi) hanno raccolto 565 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi, arrivando a gestire circa 7.191 miliardi a fine gennaio.

ETPVs Index Funds Flows AUM 02 18

L’infatuazione degli investitori per gli Etf continua, una tendenza che si riflette anche nel numero di prodotti disponibili e nei nuovi lanci. Gli asset gestiti dai replicanti quotati sono in procinto di superare quelli dei fondi indicizzati tradizionali, segno che gli operatori apprezzano la flessibilità e la gamma di scelta offerta dagli Etf. Ci si può aspettare che questo trend in Europa continui anche in futuro.

Gusti differenti
Entrando più nel dettaglio, si nota come gli investitori in Etp e quelli in index fund tradizionali non abbiano fatto le stesse scelte in termini di classe di attivi, se non per quanto riguarda il reddito fisso, macro categoria che segna dei flussi di raccolta molto simili.

Gli investitori, che hanno scelto i fondi passivi non quotati, ad esempio, hanno in media puntato molto di più sulle azioni e molto di meno sulle materie prime, anche se su questa particolare asset class pesa il ventaglio di scelta di strumenti disponibili, con gli Etc che hanno di fatto rivoluzionato l’investimento in commodity. Scelte opposte anche per quanto riguarda gli investimenti alternativi, che segnano una buona raccolta tra gli Etf e dei deflussi netti tra i comparti indicizzati.

ETPVs Index Funds Broad Cat 02 18 2

Gemelli diversi
In effetti, i replicanti quotati e i fondi indicizzati tradizionali non sono la stessa cosa. Lo scopo (replicare la performance di un indice) è comune, ma presentano caratteristiche e utilizzi differenti. La distinzione sta nel fatto che il primo è un fondo quotato sul mercato e scambiato in tempo reale come un titolo azionario, mentre il secondo non è sul listino e le quote possono essere comprate o vendute quando si conosce il Nav a fine seduta.

Questo ha delle importanti conseguenze soprattutto per quanto riguarda i costi. In media, gli Etf presentano delle commissioni più basse rispetto ai fondi indicizzati, ma i replicanti hanno a che fare con una serie di costi legati proprio alla loro quotazione sul mercato, soprattutto in termini di costi di transazione, che possono essere impattati dal turnover dell’indice replicato, e dallo spread denaro-lettera dell’Etf, che a sua volta dipende dalla liquidità del sottostante.

Non bisogna dimenticare infatti che gli Etf sono un’evoluzione dei fondi passivi, nati una ventina d’anni prima, ma che rispondono a un bisogno diverso. Mentre i primi comparti indicizzati nacquero come conseguenza ad alcuni studi che dimostravano che la maggior parte dei gestori di fondi non riuscivano a far meglio del mercato sul lungo periodo, gli Etf furono la risposta all’esigenza di molti investitori istituzionali di scambiare grosse quantità di azioni intra-day, soprattutto in momenti di forte volatilità.

Di seguito il confronto tra i dieci Etp e i dieci fondi passivi tradizionali che hanno raccolto di più in Europa negli ultimi dodici mesi.

Top 10 ETP 02 18

 Top 10 Index Funds 02 18

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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