ESG e Moat per ridurre il rischio

Investire in titoli con business solidi ed elevato rating di sostenibilità riduce la volatilità e la probabilità che controversie aziendali possano produrre dolorosi sell-off. Abbiamo selezionato alcune idee di investimento che combinano i due fattori.  

Francesco Lavecchia 22/12/2017 | 09:18
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La sostenibilità non è solo una questione di etica, fa bene anche al portafoglio. Le aziende che sono in grado di gestire in modo proattivo le problematiche relative all’ambiente, al sociale e alla governance interna attraverso procedure trasparenti e sistemi di valutazione qualitativi e quantitativi sono, secondo gli analisti di Sustainalytics (leader mondiale nel rating ESG), meno esposte al rischio che controversie di varia natura possano impattare non solo sull’immagine, ma anche sui loro conti economici.

La decisione di aggiungere ai criteri soliti di qualità (business con elevato vantaggio competitivo) e convenienza del prezzo, un parametro ulteriore nello stockpicking risponde dunque alla necessità di tutelarsi da sell-off derivanti da scandali societari.

I titoli selezionati soddisfano i seguenti criteri: Economic Moat ratig pari a Medio o Ampio, Morningstar rating superiore a tre stelle, Sustainalytics ESG rating superiore a 60 su 100 e Controversy rating pari a 1 (basso).

Symrise unisce Moat e crescita
Symrise, ad esempio, terzo produttore al mondo di fragranze e aromi per aziende attive nel campo della cosmesi e in quello alimentare, gode di una posizione di vantaggio rispetto ai competitor per effetto dell’alta frammentazione del comparto, della qualità dei suoi prodotti e del potere contrattuale nei confronti dei fornitori, i quali difficilmente tendono a cambiare interlocutore a causa degli elevati costi che questo comporterebbe.

“Al momento il mercato non sembra valutare in maniera adeguata il forte potenziale di crescita dell’azienda, che in base alle nostre aspettative dovrebbe registrare un progresso del fatturato a un tasso medio del 6% nei prossimi cinque anni, e sconta il titolo del 5% rispetto al fair value di 75 euro” (report Morningstar aggiornato al 27 novembre 2017).

Il rating ESG di Symrise
I principali rischi a cui Symrise è esposta sono legati alla qualità e alla sicurezza dei suoi prodotti. I dipendenti e i fornitori dell'azienda utilizzano sostanze chimiche tossiche nel processo di produzione che potrebbero essere collegate a malattie respiratorie o in generali a danni alla salute. Inoltre, l’alto consumo di energia della sua attività la mette in una posizione delicata relativamente al rispetto delle normative europee sulle emissioni di sostanze inquinanti. “Le problematiche ESG a cui la società deve rispondere sono dunque la governance del prodotto, la salute e la sicurezza sul lavoro e l’impatto ambientale del suo processo produttivo”, dice Silvana van Schaik di Sustainalytics. 

“Complessivamente Symrise mostra una gestione superiore alla media (rating ESG pari a 71 su 100*). Il gruppo tedesco presenta un'adeguata qualità e sicurezza dei prodotti e dei processi produttivi e ha messo in piedi dei programmi di riduzione delle emissioni di gas serra. Inoltre, ha nominato nel 2016 un responsabile della sostenibilità e incorpora parametri ESG negli obiettivi di performance e nella remunerazione dei suoi dirigenti. Questi elementi spiegano la nostra valutazione di Symrise e perché negli ultimi anni l’azienda non sia mai stata coinvolta in controversie rilevanti”.

Televisa leader della TV messicana
Grupo Televisa ha una forte posizione di vantaggio competitivo all’interno del settore televisivo messicano.

“In base ad un accordo siglato con il Governo, infatti, l’azienda si è assicurata la licenza per le frequenze di quattro dei dieci canali trasmessi a Città del Messico e questo le ha permesso di sfruttare al meglio il suo secondo business, ovvero la produzione di programmi TV (prevalentemente telenovela in lingua spagnola). L’alto audience giornaliero delle sue televisioni scoraggia l’ingresso di nuovi potenziali competitor e permette al gruppo di generare elevati flussi di cassa che vengono reinvestiti in azienda”, dice Neil Macker di Morningstar. “Nei prossimi anni ci aspettiamo una crescita del mercato interno della Tv via cavo e un aumento dell’esportazione dei contenuti televisivi, tuttavia il titolo è a sconto del 25% rispetto al fair value di 25 dollari” (report aggiornato al 27 ottobre 2017). 

Nessuna controversia per Televisa
Le problematiche maggiori per Televisa, in ottica ESG, sono legate alla governance del suo prodotto, al capitale umano e alla sicurezza dei dati gestiti. “Gli introiti pubblicitari rappresentano la quota prevalente del fatturato, per questo l’azienda ha bisogno di produrre contenuti di qualità, eticamente corretti e che parlino a un pubblico diversificato. Programmi televisivi controversi o offensivi, infatti, potrebbero indurre gli inserzionisti a cancellare i propri investimenti. Televisa, inoltre, deve essere in grado di mettere in piedi degli schemi retributivi e delle policy interne che riescano ad attrarre e a motivare personale di alta qualità (scrittori, produttori, attori, top manager e addetti alle vendite) e a evitare incidenti informatici come la divulgazione di informazioni privilegiate o l'accesso non autorizzato ai contenuti protetti”, dice Matthew Barg di Sustainalytics.

“Le pratiche messe in piedi dal gruppo televisivo messicano sono in linea con gli standard del settore (rating pari a 61 su 100). Questo la espone a un rischio medio e spiega perché non sia stata mai coinvolta in controversie di natura ESG”.

Oneok leader nel midstream
Oneok è uno dei più grandi operatori americani nel segmento midstream (trasporto e stoccaggio di gas e greggio). L’azienda è proprietaria di una rete integrata di gas naturale liquefatto (NLG), impianti di trasformazione e di deposito nelle regioni del Mid-Continent, Williston, Permian e Rocky Mountain e le elevate barriere all’ingresso di nuovi competitor le garantiscano una forte posizione di vantaggio all’interno del settore.

“I risultati del gruppo sono scarsamente dipendenti dall’andamento del prezzo delle materie prime e beneficeranno nei prossimi anni della crescente domanda di gas naturale liquefatto (NGL). Il mercato non sembra scontare nelle sue valutazioni la ripresa dell’attività estrattiva nella regione di Athane e sconta il titolo del 20% rispetto al fair value di 65 dollari”, dice Stephen Ellis di Morningstar (report aggiornato al 31 ottobre 2017). 

Oneok, ESG sopra la media
Il modello di business del gruppo e il suo piano strategico, centrato sullo sfruttamento dei suoi giacimenti nel Nord Dakota, mettono in primo piano, in ottica ESG, le problematiche legate alla salute, alla tutela ambientale e a quella dei diritti delle comunità che sono attraversate dai suoi oleodotti.

“Sebbene la normativa sulle emissioni di carbonio sia diventata più stringente, il gruppo monitora la produzione di gas di scarico e ha messo in piedi delle attività volte alla loro riduzione. Oneok ha anche un programma di sviluppo comunitario, che comprende dei fondi da destinare a questo scopo e, sebbene non segua degli schemi che puntino ad affrontare in modo proattivo le problematiche legate alle comunità coinvolte dalle sue operazioni, non è mai incappata in incidenti di questo tipo”, dice Michelle McCulloch di Sustainalytics.

“Relativamente alla sicurezza sul lavoro, invece, il sistema di gestione dei rischi messo in piedi è considerato molto buono. A parte alcuni eventi minori, infatti, l’azienda ha un’ottima performance da questo punto di vista (rating ESG pari a 67 su 100)”.

 

 

* Metodologia: Sustainalytics assegna alle società un rating ESG in base al loro posizionamento all’interno del settore di appartenenza, rispetto ad ognuno dei tre parametri. Per le componenti ambiente, sociale e governance le aziende ricevono un punteggio che va da 0 a 100 e il rating complessivo è pari alla media ponderata dei tre valori (in base al comparto di attività varia il peso delle componenti ESG).

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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