Long/Short, quando il gestore diventa molto selettivo

Andare corti sul mercato potenzialmente può portare il portafoglio a perdite illimitate. I manager si difendono con team di analisti dedicati, sistemi quantitativi e revisione costante della tesi di investimento. 

Marco Caprotti 24/11/2017 | 09:49
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Le strategie Alternative Long/Short sono strumenti da maneggiare con cura. Sulla carta si presentano come opzioni in grado di svincolarsi dall’andamento dei listini, presentando un cuscinetto in periodi turbolenti, senza per forza rinunciare ai potenziali rialzi. Queste strategie investono in azioni, ma rimodellano i rischi di investimento in modo da creare il potenziale per rendimenti interessanti sia nelle fasi rialziste che ribassiste dei mercati. I gestori acquistano titoli di società che secondo loro potranno crescere di valore (esposizione long), ma hanno anche la possibilità di poter prendere posizioni short: se un gestore pensa che un particolare titolo sia scambiato a un prezzo superiore al suo valore intrinseco, può scommettere sul suo ribasso.

Tecnicamente, andare short significa prendere in prestito azioni e venderle a prezzi di oggi, con la speranza di riacquistare le stesse azioni a un prezzo inferiore successivamente, guadagnando sulla differenza. L’obiettivo è quello di beneficiare di eventuali riduzioni di prezzo. La combinazione di posizioni lunghe e corte ha storicamente portato a rendimenti molto diversi rispetto agli investimenti azionari long-only a cui si aggiunge una minore volatilità e cali più contenuti dei rendimenti durante le maggiori fasi ribassiste. Tuttavia, nei grandi rally di mercato, le strategie Long/Short tendono a sottoperformare rispetto a un tradizionale portafoglio equity.

Quale short?
In questo quadro, la parte complicata per il gestore è decidere quali titoli mettere in portafoglio, soprattutto per quanto riguarda la parte short, quella che, potenzialmente, può creare le maggiori perdite. Un esempio: chi scommette al rialzo può perdere potenzialmente fino al 100% del capitale investito, non di più. Si comprano1.000 azioni di una società a 1 euro ciascuna, per cui si spendono 1.000 euro. Si scommette su un loro rialzo, mentre a causa di un evento inatteso, il loro prezzo si azzera. Si perderà l’intero capitale.

Chi scommette corto, invece, rischia perdite potenzialmente illimitate, derivanti dall’andamento opposto dei prezzi rispetto alla direzione desiderata. Si comprano 1.000 azioni di una società a 1 euro ciascuna, scommettendo su un loro ribasso. Tuttavia, contrariamente alle previsioni, il titolo esplode in Borsa e sale, per dire, a 10 euro. La spesa sarà pari a 10.000 euro (10 x 1.000), per cui la perdita sarà 10 volte più alta del capitale investito, ma potrebbe persino essere illimitatamente più alta, nel senso che, a differenza di una posizione rialzista, non si è in grado di conoscere con anticipo la perdita massima sostenibile.

C’è poi un’altro elemento da tenere in considerazione. “Il mercato, la maggior parte delle volte, si concentra sui titoli che possono crescere di valore”, spiega Josh Charlson, analista di Morningstar. “E anche quando gli analisti inziano a consigliare di vendere un’azione si crea un’attenzione particolare che potrebbe comunque portare alcuni operatori ad acquistare”. Come si risolvono questi problemi? “Molti gestori possono contare su un team interno di analisti che va alla ricerca non soltanto dei titoli vincenti all’interno di un determinato settore, ma anche di quelli che possono essere dei perdenti. Altre volte si cerca di capire in che misura la visione dei propri analisti è diversa da quella del consensus”. Un sistema molto utilizzato per decidere su quali titoli andare short è l’analisi quantitativa che cerca di individuare il titolo giusto con l’utilizzo di sistemi matematici e statistici complessi che non richiedono l’intervento dell’uomo. “La maggior parte dei gestori, tuttavia, è molto attenta alla quantità di posizioni short che prende e mette in revisione la tesi di investimento molto più spesso di quanto non faccia un manager tradizionale”, dice Charlson.

Gli strumenti Long/Short differiscono molto tra loro in termini di esposizione geografica e, conseguentemente, di rendimento e rischio. Per questo Morningstar suddivide l’intero universo in categorie specifiche: Azionario Europa, Azionario internazionale, Azionario mercati emergenti, Azionario Usa, Debito e Altro.

Chi si muove a caccia di Analyst rating positivi nell’equity Long/Short, per il momento ne può trovare tre (il livello è Bronze), fra quelli europei: Alken Absolute Return Europe, Anima Star Europa Alto Potenziale A, Schroder European Equities Absolute Return P1 Acc Euro. Per i titoli di debito, sempre con rating positivo (Bronzo, anche in questo caso) ci sono Absolute Insight Emerging Market Debt Ap EUR e Legg MasonWA Macro Opportunitiess Bond E USD Acc (Per leggere le analisi clicca qui).

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 L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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