Fondi target-date, impariamo a conoscerli

Le verità nascoste contano più delle etichette.

Jeff Holt, CFA 23/06/2016 | 09:37
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Il report annuale di Morningstar sui fondi a scadenza americani mette in evidenza l’importanza di conoscere il processo alla base della loro costruzionee gli asset detenuti in portafoglio.

Non fatevi ingannare, i fondi target-date non hanno un approccio passivo
Alcuni investitori iniziano il processo di selezione del loro fondo target-date scegliendo tra quelli “attivi” e quelli “passivi”. Ma in realtà non esiste un approccio passivo per questa tipologia di strumenti. Anche i gestori che dichiarano di seguire una strategia di questo tipo, alla fine, devono fare delle scelte attive nel disegnare il percorso dell’asset allocation del fondo verso la data target e oltre.

La Figura 1 mostra come anche nel caso di comparti che dichiarino di investire seguendo strategie prevalentemente di tipo passivo le differenze tra gli strumenti in termini di composizione del portafoglio (percentuale investita in azioni) siano man mano più significative con il superamento della data obiettivo.  

 Figura 1

Figura 1 target

 

“To” contro “Through”, le differenze
Le serie di target fund si distinguono generalmente in “to” e “through”. Nelle prime l’esposizione azionaria cala progressivamente fino a raggiungere il punto più basso (landing point) in corrispondenza della data obiettivo (ad esempio il momento in cui si va in pensione), mentre per le seconde l’alleggerimento dell’esposizione azionaria è più graduale e prosegue anche dopo la target date. Tale distinzione potrebbe indurre gli investitori a credere che i comparti all’interno delle due categorie seguano strategie analoghe, ma i dati mostrano una realtà diversa. Come è possibile notare dalla Figura 2, i 23 fondi “to” (dei 60 disponibili al 31-12-2015) hanno un landing point medio del 34%, nella maggior parte dei casi la loro esposizione azionaria si attesta nell’intervallo del +/-5% attorno alla media, ma ci sono diverse serie di target-fund la cui asset allocation differisce in maniera significativa da questa media. E questo si traduce in risultati in termini di performance molto diversi.  

 

 Figura 2

Figura 2 target

 

Per i fondi “through” le differenze riguardano non solo il landing point, ma anche il momento in cui l’asset allocation del fondo tocca questo punto. L’esposizione azionaria minima dei fondi appartenenti a questa categoria è del 29%, ma le percentuali variano dal 15% al 51%. Sebbene il 70% di essi raggiunga il landing point entro i 15 anni dalla target date, ci sono numerosi comparti per i quali questo momento arriva anche dopo 20 o 30 anni (Figura 3). 

 

Figura 3

Figura 3 target

 

 

I dati dimostrano come l’esposizione azionaria finale, dopo 30 anni dal raggiungimento della target date, sia analoga per le due categorie di fondi: 34,5% per i “to” e 34,1% per i “through”. La differenza, però, sta nel percorso seguito dalle due tipologie di serie per raggiungere il landing point. Alla target date i fondi “to” riducono bruscamente la propria esposizione al 34%, mentre i “through” detengono ancora in portafoglio una quota di circa il 50% dei loro asset in azioni, che tenderanno ad alleggerire progressivamente negli anni successivi (Figura 4).

 

Figura 4

Figura 4 target

 

Concentrarsi sul portafoglio
Gli investitori farebbero bene a non concentrarsi sulle distinzioni teoriche tra fondi attivi o passivi o tra “through” o “to”, ma a indagare sulla possibile esposizione delle serie a degli elementi di rischio. Dovrebbero cioè controllare l’eventuale sovrappeso di alcune categorie di asset o il mancato investimento in altre, in modo da calibrare al meglio le proprie aspettative sul rendimento.

Gli analisti di Morningstar hanno preso in considerazione cinque sottocategorie azionarie e del reddito fisso e hanno guardato l’esposizione delle 60 serie di target fund a ognuno di questi asset. Se la percentuale media in portafoglio in una di queste tipologie di investimento (il periodo preso in considerazione va dal 2005 e il 2055, cioè quello relativo al percorso di avvicinamento delle 60 serie prese in considerazione alla loro target date) ricade nell’ultimo quartile il fondo risulterà sottoesposto (e quindi marcato con un segno meno come da Figura 5). Se, invece, il valore medio rientra nel primo quartile il comparto risulterà sovraesposto a quella sottocategoria (e sarà quindi marcato con un segno +). Conoscere le caratteristiche del proprio target fund è importante, poiché aiuta l’investitore ad analizzare le performance all’interno di un contesto più definito e coerente e, quindi, a giudicare l’operato del gestore nel migliore dei modi. 

 

Figura 5

Figura 5 target

 

 

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Jeff Holt, CFA  è Fund Analyst per Morningstar US

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