Il ritorno degli azionari internazionali

Negli ultimi anni diversi fondi con un Morningstar Analyst rating positivo hanno messo a dura prova la pazienza degli investitori. Ecco perché in alcuni di essi bisogna continuare ad avere fiducia nonostante gli alti e bassi di breve periodo.

Marco Caprotti 19/05/2016 | 09:13
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Il mercato nell’ultimo mese ha registrato un buon recupero rispetto alla situazione che si era vista all’inizio dell’anno quando le azioni di maggiore qualità e più difensive – e i fondi che le contenevano – avevano sofferto.

Con il recupero delle Borse si è assistito al rimbalzo dei comparti che più erano stati penalizzati come le commodity, gli energy e i mercati emergenti. I fondi di investimento internazionali con un orientamento verso questi settori negli ultimi anni hanno sofferto, ma recentemente hanno iniziato a trarre beneficio dalla decisione di continuare a tenere in portafoglio società che altri stavano lasciando. Non c’è ragione di pensare che queste società non possano soffrire ancora prima che le cose si mettano al meglio, ma gli investitori che amano la diversificazione potrebbero considerare fondi che sono ben gestiti e che hanno un approccio di lungo periodo, anche se nel breve non vanno molto bene.

Aberdeen Global World Equity (Morningstar Analyst rating Silver) (http://www.morningstar.it/it/funds/snapshot/snapshot.aspx?id=F0GBR04AX1)
La sottoperformance del fondo negli ultimi tre anni è attribuibile alla bassa esposizione ai top performer del mercato Usa e al sovrappeso dato ai settori dei materiali di base e dell’energia. Inoltre, un’allocazione superiore alla media nei mercati emergenti ha portato il fondo a fare peggio dei suoi concorrenti. Nonostante questo, noi continuiamo a credere nella forza del team di gestione e nella trasparenza del processo. Caratteristiche che ne fanno una buona scelta per gli investitori che cercano un’esposizione ai mercati azionari mondiali. Il fondo è guidato da una squadra di esperienza capitanata da Stephen Docherty, per il quale abbiamo una grande considerazione. Il fondo segue una strategia bottom up unconstrained e investe solo in azioni che passano con successo il severo esame del team. La performance deludente nel 2013-2015 potrebbe aver fatto vacillare la fiducia degli investitori nella strategia, ma i gestori hanno seguito sempre la direzione che si erano dati. Il rimbalzo del portafoglio nel 2016 è stato aiutato dal recupero di alcuni nomi dei mercati emergenti come Bank Bradesco e la sudafricana MTN Group. La volontà dei manager di andare controcorrente è esattamente la strategia che ci aspettiamo in questo tipo di mercati e rinforza la nostra idea che gli investitori sono in buone mani.

M&G Global Dividend (Morningstar Analyst rating Silver) 
Si tratta di un altro strumento che ha sofferto, ma la nostra convinzione sulla bontà della strategia resta intatta. Stuart Rhodes è alla guida del fondo da luglio 2008. Ha più di un decennio di esperienza in investimenti di alta qualità ed è alla guida di un team molto concentrato nella ricerca di investimenti che diano buoni dividendi. Il focus su società capaci di aumentare la cedola può portare Rhodes verso aziende ad alta crescita o sensibili ai cicli di mercato. Questo aumenta il divario di valutazioni rispetto a azioni più cicliche e difensive. Il sovrappeso dato a titoli dei segmenti material ed energy ha frenato la performance nel 2014 e nel 2015, visto che diverse aziende di questi settori hanno sofferto la frenata del petrolio e, più in generale, delle commodity. Anche le scelte a livello regionale hanno pesato visto il sottopeso dato, ad esempio, agli Usa (due anni fa) e al Giappone (nel 2015). Nonostante i periodi di difficoltà, Rhodes non ha cambiato il suo approccio. Da inizio hanno il fondo ha fatto meglio del suo benchmark (Msci AC World) e alcuni nomi storici del portafoglio come Gibson Energy e Inter Pipeline hanno recuperato dai minimi del 2015.

BNY Mellon Long Term Global Equity (Morningstar Analyst rating: Argento) 
Il 2013-2015 è stato un periodo difficile anche per questo fondo, gestito da Walter Scott. Il processo di investimento è costruito attorno a società con caratteristiche di miglioramento robuste, lasciando perdere quelle con crescita più veloce, appartenenti a settori poco maturi. Questo si riflette in un portafoglio pieno di nomi molto conosciuti e nel quale avvengono pochi cambiamenti.  Il rovescio della medaglia è la scarsa capacità del prodotto di cavalcare le fasi rialziste del mercato, specialmente in confronto ai concorrenti che scelgono una linea growth, come si è visto bene a partire dal 2013. L’orientamento verso nomi dei mercati emergenti, come Petrobras, e CNOOC,  ha contribuito a frenare le performance. Nel lungo periodo, tuttavia, il comparto ha fatto meglio dei concorrenti. La performance in questa parte del 2016 è stata aiutata dal rimbalzo di alcune società del settore industriale e dell’energy. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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