La volatilità non spaventa la frontiera

I mercati non ancora emergenti sono riusciti a contenere le perdite nonostante gli alti e bassi. Una mano la stanno dando gli investitori che puntano sulle realtà locali hi-tech. 

Marco Caprotti 14/04/2016 | 10:15
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I mercati di frontiera non si fanno spaventare dalla volatilità delle Borse. La categoria Morningstar dedicata ai fondi specializzata nei paesi non ancora emergenti nell’ultimo mese (fino al 12 aprile e calcolata in euro) ha perso lo 0,99%. Un risultato accettabile dato che questo segmento di investimento è percepito come uno dei più pericolosi e fra i primi da abbandonare quando le acque nel mare dei listini mondiali sono agitate. L’analisi del Max drawdown mostra che dai massimi degli ultimi tre anni (toccati a settembre 2014) questa asset class si è lasciata alle spalle poco più del 18%. Anche in questo caso un risultato di tutto rispetto, se confrontato ad esempio, con il -17,73% con cui la categoria US Small Cap equity si allontanata dai suoi record.

Non solo commodity
“Uno dei motivi per cui i mercati di frontiera vengono apprezzati dagli investitori è che molti di questi non dipendono da materie prime inflazionate come il petrolio e il rame”, spiega uno studio di Wasatch Fund. “Alcuni paesi africani, ad esempio, fanno migliori affari con l’oro e i diamanti: risorse che fino a qualche tempo fa erano in mano alle società straniere ora, sempre di più, sono controllate dai governi locali”. C’è poi un altro elemento che sta attirando sempre di più l’attenzione degli investitori, anche di Borsa: l’innovazione tecnologica. Secondo la World Intellectual Property Organization nel 2014 in Marocco è stata chiesta la registrazione di quasi 1.100 brevetti con contenuto tecnologico. In Perù le domande sono state quasi 1.300. Certo, si tratta di numeri distanti dai 928mila della Cina o dai 579mila degli Usa ma, nel complesso (e soprattutto se si sommano stati come il Vietnam e le Filippine) sono valori che si avvicinano ai 66mila della Germania.

La corsa hi-tech
“La crescente classe media dei mercati di frontiera richiede servizi sempre più innovativi che vengono soddisfatti da aziende locali che, a livello tecnologico possono competere con molte società degli stati più sviluppati”, spiega lo studio. “Gli investitori hanno iniziato a interessarsi a queste società. Alcune sono quotate sulle Borse locali. Altre sono invece sbarcate sulle piazze finanziarie più blasonate”. I segmenti tecnologici più interessanti sono quelli dei social media, i cosiddetti SaaS (Software-as a-service) e il cloud computing. “Ma l’innovazione si vede anche in alcune aree più direttamente collegate alla qualità della vita, come il settore medicale”, spiega il report di Wasatch. “Grandi passi avanti sono stati fatti pure in settori come i sistemi di processo aziendale in cui una società utilizza in maniera nuova la tecnologia esistente”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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