In Borsa si parla sempre di Fed

Europa negativa. La possibilità di un rialzo dei tassi Usa fa volare il dollaro. Scendono minerari, retailer e auto. A Milano popolari volatili. In calo la galassia Fca. Male gli oil. New York col segno meno. 

Marco Caprotti 24/03/2016 | 17:50
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Seduta negativa per le Borse europee. Gli indici sono stati ancora appesantiti dal calo del greggio e dal dollaro forte in vista di un possibile aumento dei tassi da parte della Fed a metà aprile. Le vendite hanno colpito soprattutto minerari, retailer, auto e banche.

A Piazza Affari gli occhi sono stati tutti puntati sulla maxi fusione tra Banco Popolare e Bpm, all'indomani dell'ok all'operazione e nel giorno della presentazione alla comunità finanziaria del matrimonio che ha reso volatile il segmento. In calo tutta la galassia Fca. Male i petroliferi che hanno risentito del calo del greggio. Fuori dal listino principale ben comprate le Mondadori e le Rcs dopo il via libera dell'Antitrust alla cessione de settore Libri di via Solferino a Mondadori.

New York negativa
Wall Street viaggia con il segno meno, nell’ultima seduta della settimana prima delle vacanze di Pasqua. Come ieri, a pesare sugli indici è la contrazione del petrolio, che continua a soffrire per i timori di scorte mondiali in eccesso: quelle americane, è stato comunicato ieri, hanno raggiunto livelli record per la sesta settimana di fila. L'azionario Usa si appresta ad archiviare la prima ottava in calo su sei. Dal fronte macroeconomico, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono salite di 6mila unità a 265.000, meno delle 268.000 attese dagli analisti. E’ stata messa a segno la 55esima settimana di fila con il dato sotto quota 300.000, la striscia temporale più lunga dal 1973. Gli ordini di beni durevoli a febbraio sono scesi del 2,8% rispetto al mese prima, meglio di una contrazione prevista del 3%.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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