Etp, i migliori e i peggiori di novembre

Prosegue il buon momento dell’industria automobilistica europea. Mese positivo anche per settori più di nicchia come quello del legno o l’immobiliare cinese. Molto male invece i metalli industriali.

Valerio Baselli 07/12/2015 | 09:45
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La fotografia mensile dell’universo degli Exchange traded products (Etp) europei offre diversi spunti. Gli Etp, infatti, essendo strumenti puramente passivi, riflettono nei loro movimenti l’evoluzione dei mercati, senza che la performance venga distorta dalle scelte (buone o cattive) di un gestore attivo. Inoltre, i replicanti vengono sempre più utilizzati come strumenti per posizioni tattiche di breve periodo. Perciò i rendimenti riflettono fedelmente quello che viene definito come il sentiment degli investitori.

Secondo i dati Morningstar, in novembre, tra il miglior Etp (in termini di rendimento) e il peggiore ci sono circa quasi 33 punti percentuali (prendendo in considerazione quelli quotati in Europa ed escludendo i replicanti strutturati, cioè a leva o inversi).

Chi sale
Innanzitutto, in novembre si conferma l’ottimo stato di salute dell’industria automobilistica europea, la quale non ha più smesso di correre una volta passata la tempesta dello scandalo Volkswagen.

Ma non mancano le sorprese. In vetta alla classifica, infatti, troviamo due replicanti che possiamo definire di nicchia: il primo dedicato al mercato immobiliare cinese e il secondo al settore delle attività forestali, oltre a un fondo in quarta posizione che combina diverse strategie valutarie che vengono poi equamente ponderate in portafoglio per minimizzare la volatilità.

E chi scende
La “Flop 10” è invece interamente dedicata a due metalli industriali per loro natura molto volatili e storicamente legati tra loro: il palladio e il platino (unica eccezione un Etp dedicato al rame in decima posizione, altro metallo fortemente utilizzato in ambito industriale).

Paradossalmente, il palladio è molto usato nell’industria automobilistica, essendo esso un input fondamentale per i convertitori catalitici. Ma è soprattutto il lato dell’offerta che risulta critico, in quanto oltre l'80% delle riserve mondiali di palladio sono concentrati in Russia e in Sud Africa. Perciò, le circostanze socio-politiche di questi paesi ne possono influenzare non poco il prezzo. 





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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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