Chi va a nozze. E chi resta coi fichi secchi

Le M&A sono aumentate sia in Usa che in Europa. Ma i matrimoni di interesse a volte naufragano e spesso non fanno guadagnare il resto del mercato. Ecco gli strumenti per partecipare alla festa. 

Marco Caprotti 12/11/2015 | 11:56
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Le aziende a volte assomigliano a certi parvenu: appena hanno un po’ di soldi in tasca, gli piace spenderli per organizzare un matrimonio in pompa magna, magari per ottenere un blasone. E’ uno dei motivi per cui nei primi nove mesi dell’anno i mercati hanno assistito a una crescita esponenziale delle nozze fra le società quotate in Borsa. Unioni di interesse dalle quali non sempre il resto del mercato riesce a guadagnare qualcosa.

Da gennaio a settembre, negli Stati Uniti, gli investitori hanno avuto a che fare con 8.562 operazioni di fusione e acquisizione (o merger and acquisition, M&A) per un controvalore di quasi 2mila miliardi di dollari (dati Dealogic). La situazione è più stagnante in Europa dove, comunque, solo nel terzo trimestre dell’anno il valore dei matrimoni consumati è salito del 136% arrivando a 471 miliardi di euro. 

Perché sposarsi?
Da dove nasce tutta questa voglia di convolare a nozze? E gli investitori, possono partecipare alla festa? Alla prima domanda rispondono i numeri. A dicembre dell’anno scorso, le società quotate nell’S&P500 avevano in cassa (in totale) 1.300 miliardi di dollari. Denaro che, lasciato fermo, non avrebbe prodotto nulla. “Prima o poi le aziende devono fare qualcosa con i soldi che hanno in bilancio”, spiega John Waggoner, analista di Morningstar. “Al momento sembra che non abbiano più voglia di distribuirli ai soci attraverso i dividendi o il riacquisto di azioni proprie. Acquistare un’altra società è un opzione che permette di aumentare la quota di mercato di una società o di portarsi in casa prodotti che non ha”. Ad esempio, con l’acquisto per 67 miliardi di dollari di EMC, Dell sarà in grado di fornire soluzioni integrate di IT a una clientela che, a causa della debolezza di alcuni suoi software, prima le era preclusa. Il trend del momento nella tecnologia dice che più si è grandi, meglio è. Questo vale soprattutto nel segmento dei chip dove conviene essere il maggiore produttore di elementi a basso costo.

Per gli operatori, venire via dalla festa con una bella bomboniera è un’impresa ardua. “Il primo problema è che non è facile conoscere in anticipo i dettagli di una M&A”, dice l’analista di Morningstar. “Se così non fosse, ci sarebbero dei problemi con le autorità di controllo”. Ma il problema più grande è che, di solito, le aziende che acquistano tendono a strapagare l’oggetto dei loro desideri. “Questo è il motivo principale per cui i titoli del compratore, quando l’operazione viene annunciata, scendono mentre quelli dell’acquisito salgono”, dice Waggoner. “Può anche accadere che le valutazioni di entrambi gli sposi salgano, ma è un fatto abbastanza inusuale”. C’è poi da tenere conto che molti matrimoni di Borsa falliscono, come ha dimostrato bene l’ormai leggendaria catastrofe finanziaria in cui si è risolto quello fra Aol e Time Warner.

A caccia di valore
L’andamento delle azioni delle due parti in causa spesso è talmente prevedibile che si può cercare di guadagnare qualcosa facendo arbitraggio. In pratica si tratta di acquistare le azioni della società che viene acquistata, andando corti di quella che compra. È un lavoro nel quale sono specializzati i fondi raccolti nella categoria nella categoria Morningstar Alternativi - Event driven (strumenti che cercano di guadagnare dai cambiamenti di valore dei titoli che si verificano in situazioni particolari come fusioni e acquisizioni o cambi di strategie aziendali) che, da gennaio, hanno guadagnato quasi il 3%. Una miseria, se si considera il livello di M&A che si è registrato quest’anno. Ma la performance va letta con gli occhiali giusti. “Si tratta di strumenti prudenti, adatti a chi cerca prodotti con bassa volatilità”, dice l’analista di Morningstar. “La maggior parte dei fondi di questa categoria investe quando l’operazione è stata annunciata e non si fa trascinare dai rumor”.

TabMA

Chi va a caccia di qualche punto di rendimento in più seguendo le M&A dovrebbe orientarsi sui fondi value. “Gli obiettivi di un’acquisizione di solito sono sottovalutati dal mercato. Ed è esattamente quello che cercano i gestori di questo tipo di strumenti”, dice l’analista di Morningstar. “Per tale ragione di solito riescono ad approfittare dei matrimoni societari, anche se non li cercano”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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