È partita la rotazione settoriale

I segmenti difensivi, fino ad oggi più in forma, iniziano a rallentare mentre quelli aggressivi guadagnano posizioni. Merito della Bce e, in generale, di un miglioramento della situazione nei paesi sviluppati. 

Marco Caprotti 21/10/2015 | 09:27
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E’ arrivato il momento di far ruotare i portafogli e diventare più aggressivi? A guardare i numeri delle elaborazioni Morningstar sulle categorie settoriali sembra che i fondi che tirano da inizio anno, nelle ultime settimane abbiano iniziando a perdere colpi a favore di chi, fino a qualche tempo fa, faticava (vedi la tabella sull’andamento delle categorie settoriali Morningstar a 1 mese e da inizio anno).

Le categorie settoriali Morningstar

L’esempio più eclatante di questo nuovo corso è dato dai segmenti salute e biotech: tipicamente sono considerati due settori difensivi, che fanno bene quando il resto del mercato stenta. E, così, si sono comportati da inizio anno con un +8,3% per il primo e un 6,7% per il secondo. Ritmi che sono radicalmente cambiati nell’ultimo mese con la salute che ha lasciato sul terreno quasi il 5% e le biotecnologie che si sono perse per strada più del 12%. Certo, sui due settori hanno pesato le prese di profitto dopo settimane passate di corsa e il periodo di calma piatta sul fronte delle fusioni e acquisizioni (che è seguita a una fase incandescente). I dati, tuttavia, vanno letti insieme a quelli dei segmenti che sembrano essersi risvegliati. Anche qui due esempi per tutti: i metalli preziosi con il loro +17,5% negli ultimi 30 giorni contro il -1,8% da inizio anno e gli energetici che, nei due periodi di riferimento, hanno fatto segnare +8,1% e -7,2%.  In ripresa anche i fondi dedicati alle utility dopo mesi passati nel limbo.

Il mercato diventa aggressive
“In Europa finanziari e salute hanno beneficiato di un contesto sostenuto dagli interventi della Bce”, spiega Antoine Lesné, responsabile delle strategie Etf Emea di State Street Global Advisors. “Durante il turbolento periodo estivo i difensivi si sono comportati meglio degli altri in termini relativi. Negli Stati Uniti gli investitori potrebbero prendere in considerazione quei settori che sono riusciti a incrementare le entrate in misura superiore al mercato nel suo complesso e al Pil nominale. Nel più lungo periodo l’energia, il segmento meno amato dagli investitori, potrebbe suscitare l’interesse di chi è disposto a sopportare la volatilità”.

Bisogna poi considerare che, in una situazione in cui la Cina mostra qualche problema e gli operatori sono confusi riguardo alla tempistica di un rialzo dei tassi Usa, la situazione globale sembra stimolare e giustificare un po’ di appetito per il rischio. “Mentre Pechino continua a deludere dal punto di vista congiunturale, altre regioni stanno mostrano dati rassicuranti”, spiega Robert Johnson, responsabile dell’analisi economica di Morningstar. “L’Europa cresce, nonostante un dato manifatturiero leggermente deludente. Gli Usa, intanto, continuano a fare la locomotiva: la maggior parte delle società hanno comunicato risultati trimestrali in miglioramento e la regione è l’unica che non ha dato segni di deterioramento fra agosto e settembre”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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