Seduta contrastata per le Borse asiatiche (l’indice Msci ha chiuso poco sotto la parità) a causa del mancato rimbalzo dei listini cinesi.
Sebbene non ci siano state nuove svalutazioni sullo yuan da parte della Banca del Popolo e il cambio dollaro/renmimbi si mantenga attorno a quota 6,39, gli analisti si aspettano un ulteriore deprezzamento del 6% della valuta cinese entro fine anno. Ma questo, dicono, avverrà in maniera graduale.
Pil giapponese sopra le attese
A Tokyo, l’indice Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,49%. Gli ultimi aggiornamenti sul Pil del paese sono negativi, ma superiori alle previsioni degli analisti. E questo ha fatto prevalere gli acquisti sul mercato azionario. Nel secondo trimestre, il Giappone è cresciuto meno rispetto ai primi tre mesi dell’anno (-0,4% contro le attese di -0,5%), mentre rispetto allo scorso anno il calo è stato quantificato nella misura dell’1,6% (le stime indicavano -1,8%). Le ragioni di questa contrazione vanno cercate nel rallentamento dei consumi interni e delle esportazioni verso Cina e Stati Uniti.
Piazza Affari in rialzo
Avvio in rialzo per i listini di Eurolandia. La stabilizzazione dello yuan e l’accordo tra la Grecia e i creditori hanno disinnescato le principali fonti di incertezza sui mercati e gli operatori tornano a prendere posizione sull’azionario. A Milano il Ftse Mib segna +0,8% grazie al rimbalzo dei titoli del lusso Ferragamo e Moncler, che nelle scorse sedute avevano pagato la svalutazione della moneta cinese, e alla buona intonazione di Mps e di Campari. Male gli energetici Eni e Saipem, che risentono del negativo andamento del barile.
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