Punti chiave
- Quest’anno i titoli del settore aerospace and defense hanno registrato un’impennata in Europa.
- Secondo gli analisti di Morningstar, le valutazioni del settore hanno ancora un ampio margine di apprezzamento.
- La spesa per la difesa continuerebbe a crescere anche se i conflitti in corso dovessero diminuire.
Le valutazioni del settore aerospaziale e della difesa in Europa sono triplicate dall’inizio della guerra in Ucraina, con un guadagno del 54% quest’anno, come mostra l’indice Morningstar Developed Europe Aerospace & Defense.
È improbabile che le prime voci di un accordo di pace in Ucraina fermino il rally dei titoli della difesa europei e britannici. Semmai, secondo gli esperti, potrebbero rafforzare ulteriormente il settore quando si sapranno più dettagli sui piani di spesa per la difesa delle nazioni.
Gli eventi politici in Europa fanno sì che gli analisti di Morningstar stiano aumentando le loro stime di fair value per i principali titoli della difesa, come BAE Systems BA.
Questa settimana, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che Vladimir Putin cercherà di vendicarsi per una missione clandestina di droni ucraini che avrebbe distrutto beni aerospaziali russi per un valore di miliardi di dollari. Proprio questa settimana, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato che la spesa per la difesa deve essere adeguata alla "prontezza di combattimento", citando l’accresciuta minaccia della Russia. Una pace nel breve termine sembra dunque improbabile.
Nicolas Owens, analista del settore industrials and aerospace di Morningstar, mantiene la sua previsione di un forte aumento della spesa europea per la difesa.
“Prevediamo un aumento di USD 200 miliardi dei finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo e per gli acquisti militari tra i Paesi della NATO nel prossimo decennio”, afferma l’esperto. “Questo andrà ad aggiungersi agli ordinativi delle aziende del settore, indipendentemente da quando e come si risolverà il conflitto in Ucraina”.
Come si spiega il rally dei titoli della difesa?
L’importanza delle aziende europee della difesa è emersa dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. Le prospettive sulla difesa sono cambiate rapidamente. Alcuni commentatori hanno persino sostenuto che le aziende produttrici di armi dovrebbero essere incluse nei portafogli ESG. Ne è seguito un aumento dell’esposizione dei fondi ESG ai titoli degli armamenti.
Nel novembre 2024, quando Donald Trump si è insediato per la seconda volta alla Casa Bianca, già si speculava sul rapporto del suo Paese con gli alleati europei e la NATO.
Questo ha contribuito a un’effervescente corsa dei prezzi delle azioni del settore. Gli investitori hanno fatto incetta di titoli che si ritiene possano beneficiare del riarmo e dei timori per la sicurezza nazionale.
Ad oggi, il gigante tedesco della difesa Rheinmetall RHM è salito di quasi il 200% (in valuta base), mentre il suo competitor italiano Leonardo LDO è salita del 103% (in valuta base). Il produttore britannico di prodotti per la difesa BAE Systems è salito di oltre il 68% (in valuta base). Rolls-Royce RR., che ha un’esposizione globale alla domanda di motori per sottomarini e forze aeree, ha avuto un aprile volatile. Tuttavia, il prezzo delle azioni è salito del 50% su base annua (in valuta base).
Questo slancio potrebbe finire se i brutali conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente si attenuassero o addirittura si risolvessero?
“La guerra in Ucraina ha portato alla ribalta tre fattori di spinta per i titoli del settore della difesa e tutti questi fattori rimarranno importanti se e quando la guerra in Ucraina finirà”, afferma Owens.
“In primo luogo, i prolungati combattimenti a terra hanno evidenziato che i pianificatori militari occidentali hanno sottovalutato il tasso di consumo dei proiettili d’artiglieria, il che ha comportato un aumento degli ordini di rifornimento e un incremento della capacità produttiva di questi armamenti tradizionali.
“In secondo luogo, le tattiche e gli equipaggiamenti militari innovativi hanno evidenziato l’importanza dei sensori e delle munizioni a basso costo e collegate in rete, in particolare i droni, per la guerra moderna.
“E soprattutto, l’invasione dell’Ucraina ha costretto le nazioni europee a rivalutare il loro livello di investimenti e di preparazione al conflitto armato o alla sua deterrenza”.
Il cessate il fuoco può creare delle opportunità per il settore della difesa?
A questo punto, non è chiaro se un accordo di pace sia possibile, tanto meno sostenibile.
Tuttavia, un cessate il fuoco di breve termine, sembra possibile. Secondo un consulente della difesa che ha familiarità con la cooperazione militare tra Regno Unito e Ucraina, questo potrebbe essere positivo per le aziende della difesa grandi e piccole.
A suo avviso, un cessate il fuoco prolungato offrirebbe due opportunità fondamentali alle aziende del settore della difesa. La prima sarebbe di tipo logistico.
Dal febbraio 2022, l’esercito e l’aeronautica ucraini hanno imparato a loro spese quanto sia difficile mantenere catene di rifornimento efficaci in un Paese largo 817 miglia e con una vasta gamma di veicoli da combattimento di varia provenienza, molti dei quali provenienti dall’ex Unione Sovietica.
Il mantenimento di questo mosaico di equipaggiamenti e materiali potrebbe essere facilitato da un cessate il fuoco. La seconda opportunità è di tipo commerciale.
I contratti per i prodotti occidentali prevedono che alcune riparazioni siano eseguite dal produttore piuttosto che dai meccanici militari: un cambiamento introdotto durante la guerra globale al terrorismo che richiede tempo per essere integrato in Ucraina. Potrebbe essere necessaria la relativa sicurezza di un cessate il fuoco perché i professionisti occidentali del settore civile della difesa possano lavorare nel Paese in numero maggiore.
Una nuova era di cooperazione in materia di difesa?
La possibilità di un cessate il fuoco non è l’unico vantaggio per le aziende europee del settore della difesa. L’Europa si sta comunque riarmando. In mezzo alle perturbazioni economiche causate dai dazi, gli analisti di Morningstar indicano l’aumento della cooperazione politica in Europa come una manna per i titoli della difesa.
“Se i dazi saranno estesi ai beni legati alla difesa, ci aspettiamo che l’impatto principale ricada sulle aziende statunitensi del settore, attraverso l’aumento dei costi di produzione e dei prezzi di approvvigionamento per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e per gli acquirenti alleati in Europa”, ha scritto in una nota Loredana Muharremi, analista di Morningstar.
“Date le attuali dinamiche geopolitiche e la necessità per l’Europa di colmare il suo gap di capacità di difesa, vediamo una limitata probabilità di dazi ritorsivi sulle esportazioni degli Stati Uniti.
“Tuttavia, il mantenimento di un atteggiamento protezionistico da parte degli Stati Uniti potrebbe diminuire nel tempo la competitività delle sue piattaforme e accelerare il consolidamento intraeuropeo”.
Anche la protezione delle catene di fornitura attraverso l’onshoring è fondamentale. In aprile, BAE Systems, che in parte produce munizioni per artiglieria e armi leggere per il Ministero della Difesa britannico, ha annunciato una revisione della produzione.
L’azienda passerà alla produzione continua di impianti più piccoli, nel tentativo di proteggere le proprie catene di approvvigionamento di esplosivi e propellenti dalle fluttuazioni dei prezzi all’estero.
Queste mosse arrivano mentre il Regno Unito rinegozia il suo rapporto con l’Unione Europea. A maggio, il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato che è stato raggiunto un accordo formale con il blocco politico continentale per il dopo-Brexit, che include l’accesso delle aziende britanniche di armi allo schema Security Action for Europe (SAFE), un fondo di difesa dell’UE da EUR 150 miliardi che fornisce prestiti per progetti di difesa cruciali.
Sulla scia dell’accordo, Muharremi ha aumentato significativamente la stima del fair value del titolo BAE da GBP 15,50 a GBP 22,50 per azione. Pur affermando che il fondo è troppo piccolo per soddisfare completamente le ambizioni dell’Europa in materia di difesa, Muharremi sostiene che si tratta di una vittoria molto chiara per il settore della difesa del Regno Unito.
“È positivo che il quadro di riferimento apra la partecipazione ai contraenti extracomunitari”, afferma l’analista.
“Le aziende britanniche come BAE Systems e Rolls-Royce - precedentemente escluse dal SAFE - dovrebbero ottenere l’accesso ai finanziamenti attraverso un nuovo patto di sicurezza bilaterale tra Regno Unito e Unione Europea, i cui dettagli dovrebbero essere finalizzati a breve, a condizione che vengano rispettate le soglie di approvvigionamento”.
“Si tratta di una chiara vittoria per l’industria britannica e per i più ampi obiettivi di espansione della capacità dell’UE”.
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