La Cina tira giù tutto in Borsa

Europa e Wall Street con il segno meno. Pesano le incertezze scatenate dalle manovre di Pechino sullo yuan. Si teme una guerra valutaria. A Milano (-2,96%) scendono lusso, auto e cementieri. New York si concentra ancora sul rialzo dei tassi. 

Marco Caprotti 12/08/2015 | 17:42
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Seduta negativa per le Borse europee. La flessione di Wall Street (con il Dow Jones sotto i minimi 2015) ha amplificato i ribassi sull'azionario nel Vecchio continente. Auto, beni durevoli ma anche servizi finanziari e tecnologici sono stati i settori più penalizzati a causa dei timori sullo stato dell'economia cinese e delle preoccupazioni di una fase di instabilità monetaria dopo la nuova svalutazione dello yuan da parte di Pechino che sta disorientando i mercati finanziari.

L’euro/dollaro, intanto, ha toccato quota 1,12 per la prima volta dal 10 luglio scorso in un contesto di generale debolezza per il biglietto verde.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -2,96%, Fiat Chrysler ha allargato le perdite fino a entrare in asta di volatilità. Il titolo paga la forte correzione del settore auto europeo. Tra le blue chip milanesi, pesanti anche Cnh, Ferragamo, Luxottica e Buzzi Unicem. Resiste sopra la parità invece Pirelli, all'indomani del closing del primo passo del riassetto azionario.

Gli Usa pensano anche ai tassi
Negli Stati Uniti, intanto, gli operatori, stanno ragionando sul futuro del costo del denaro anche alla luce delle operazioni della Cina. Gli investitori hanno ridotto le loro aspettative per un rialzo dei tassi di interesse il mese prossimo da parte della Federal Reserve. Secondo il governatore della Fed di New York William Dudley, la Banca centrale Usa è “certamente più vicina” al momento in cui tornerà ad alzare il costo del denaro e “si spera che potrà effettivamente cominciare ad aumentare i tassi nel prossimo futuro”, ha detto, durante un evento della Rochester Business Alliance. Il banchiere ha aggiunto che “la situazione mondiale è incerta”, ma “non ci sono prove ” che l'economia stia andando nella direzione sbagliata”. In ogni caso, ha spiegato il governatore, la Fed ha a disposizione gli strumenti necessari nel caso in cui “alcuni shock finanziari o in arrivo dall'estero dovessero fare deragliare l'economia”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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