Le Borse pagano la debolezza dello yuan

La decisione di Pechino di svalutare la moneta nei confronti del dollaro ha innescato e spinto le vendite in Europa e a Wall Street. Ora c’è il dubbio su cosa farà la Fed riguardo ai tassi di interesse. A Milano (-1,12%) male il lusso. In salita Saipem e Mps. 

Marco Caprotti 11/08/2015 | 17:43
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Seduta negativa per le Borse europee che, dopo una parte della seduta caratterizzata dalle vendite, hanno dovuto fare i conti anche con la debolezza di Wall Street. A condizionare l’umore degli operatori sulle due sponde dell’Atlantico è stata la Cina che, attraverso la sua Banca centrale (e a sorpresa) ha permesso il deprezzamento di quasi il 2% dello yuan contro il dollaro. Si tratta della maggiore flessione in oltre due decenni.

La decisione di Pechino ha trascinato al ribasso le quotazioni del greggio, che perde quasi il 3%. Secondo alcuni analisti, il mercato potrebbe interpretare la decisione dell’istituto asiatico come una prova del fatto che la seconda economia al mondo sta andando male. La conseguenza, aggiungono gli operatori, è che la domanda di petrolio da parte della Cina calerà. Gli investitori preferiscono così rifugiarsi in porti sicuri come i Treasury.

Cosa farà la Fed?
Ora si teme una guerra valutaria destabilizzante per spingere le esportazioni, cosa che potrebbe sostenere il dollaro (e un biglietto verde forte pesa a sua volta sul petrolio). C’è poi il dubbio che Pechino possa usare sempre di più i tassi di cambio come strumento per spingere l'economia e dunque ridurre la dipendenza da stimoli monetari e fiscali. Ora ci si domanda se la politica della Federal Reserve ne verrà condizionata e dunque se il mese prossimo ci sarà davvero il primo rialzo dei tassi dal 2006 o se invece il governatore della Bnaca centrale Usa, Janet Yellen, mostrerà pazienza.

A Milano, dove l’indice Ftse/Mib ha segnato -1,12%, Pirelli ha ripiegato ma è rimasta sopra la soglia del prezzo d'opa, fissata in 15 euro, nel giorno dell'ingresso dei nuovi soci asiatici nell'azionariato. La svalutazione dello yuan, con il conseguente calo del potere d'acquisto dei cinesi, penalizzato la moda. Finmeccanica ha scontato la bocciatura di Goldman Sachs. In cima al listino spiccano Saipem e, ancora volta, Mps. Brillanti Zucchi (con acquirenti in vista per la controllata Mascioni) e Saras.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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