VIDEO: Fondi, meno vincoli coi tassi in salita

I saggi d’interesse aumenteranno, con conseguente diminuzione del valore dei bond. I gestori obbligazionari corrono ai ripari lanciando fondi unconstrained. Ma cosa sono esattamente?

Emma Wall 24/07/2015 | 09:58
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Emma Wall: Buongiorno e benvenuti. Sono Emma Wall e mi trovo in compagnia di Oksana Aronov, gestore di JP Morgan. Buongiorno.

Oksana Aronov: Buongiorno.

Wall: L’anno scorso ho incontrato il suo collega Bill Eigen, che se ne uscì con un commento fantastico: “fondi obbligazionari, state attenti!”. Con i tassi d’interesse che saliranno nei prossimi mesi, infatti, i prezzi delle obbligazioni cadranno. Il che significa che se si è in un fondo a reddito fisso long-only, si possono avere problemi.

E il mercato infatti ha risposto. Ci sono stati molti lanci di questi unconstrained bond funds, proprio per cercare di prevenire questo pericolo. Di cosa si tratta?

Aronov: E’ una domanda interessante. Quando parliamo di reddito fisso, pensiamo alla conservazione del capitale, alla diversificazione di portafoglio e alla ricerca di reddito, quando quest’ultima non mette a rischio il capitale, appunto. La domanda è: cosa deve fare un investitore che vuole preservare il proprio capitale, visto che puntare su bond di qualità superiore oggi vuol dire aumentare la sensibilità ai tassi d’interesse, con le conseguenze in termini di volatilità che questo avrebbe nel caso di un rialzo dei saggi?

La risposta dell’industria è stata la proliferazione di questo tipo di fondi obbligazionari, che sembrano la nuova panacea di tutti i mali. Ma ovviamente gli investitori devono essere molto attenti a quello che comprano e a cosa c’è dietro queste strategie. Devono porre le domande giuste per capire se l'obiettivo del gestore sia allineato con il loro e se il rischio di portafoglio sia in linea con la loro propensione al rischio.

Wall: Abbiamo già visto lo scetticismo intorno alle strategie azionarie a rendimento assoluto, proprio perché spesso queste non sono state in grado di fare quello che promettevano in termini di preservazione di capitale e di rendimenti reali, al netto dell’inflazione. Questi rischi possono essere associati anche alle  strategie absolute return sul reddito fisso o sono un qualcosa più legato all’azionario?

Aronov: Il punto essenziale delle strategie obbligazionarie absolute return è davvero la preservazione del capitale, il che comporta ad esempio il fatto di non puntare su posizioni a leva. Molti gestori si bruciano proprio con l’utilizzo della leva e questo probabilmente sta anche dietro ai problemi che hanno avuto le strategie azionarie.

Inoltre, quando si parla di rendimento assoluto e di reddito fisso, l’utilizzo strategico della liquidità diventa fondamentale, specialmente in un ambiente come quello attuale. Infatti, se ne parla molto a diversi livelli, sia sulla stampa che tra i regolatori.

Si ha davvero a che fare con il cambiamento strutturale del mercato, in termini anche di meccanismi, di attori, di broker e di dealer che aiutano nelle transazioni e nell’assorbimento degli shock. Oggi il mercato è dominato da strumenti istantaneamente liquidi come gli Etf e forse c’è una mancata corrispondenza tra l’orizzonte temporale di detenzione di questi strumenti e la capacità del mercato di scambiarli.

Wall: Abbiamo effettivamente visto la FCA (Financial Conduct Authority) nel Regno Unito avvertire i gestori di fondi obbligazionari sul tema della liquidità. Come dice lei è perché c'è stato questo cambiamento prima della crisi del credito e della recessione globale; le banche di investimento agivano come lei ha detto da tramite tra l'acquirente e il venditore e tenevano la liquidità per quegli individui. Ora questi attori se ne sono andati e quindi si deve essere attenti alla liquidità. Si deve fare in modo, come per i fondi immobiliari, di disporre di una riserva di liquidità.

Aronov: Assolutamente, non si può sottovalutare l'importanza di questo aspetto. Si tratta di una vera e propria opportunità per chi compra di diventare fornitore di liquidità, ma purtroppo nella maggior parte dei casi chi compra resta quasi completamente investito, perché è molto più facile avere una conversazione con il cliente sul massimizzare il rendimento piuttosto che minimizzare il rischio. Credo che oggi gli investitori farebbero un favore a se stessi se pensassero di più a minimizzare il rischio potenziale.

Wall: Ma come possono farlo in concreto? Basta guardare i diversi fondi a disposizione e analizzare l’allocazione in liquidità che tali fondi hanno? Ci sono dei consigli che aiutano a essere sicuri che si sta assumendo un livello appropriato di rischio?

Aronov: La prima cosa da fare è identificare l'obiettivo. Se l'obiettivo è la conservazione del capitale e se si vuole realizzarlo attraverso queste strategie a rendimento assoluto, non lo si può fare senza un team di gestione che ha esperienza con queste strategie alternative.

Un team che ha dimostrato la capacità di essere veramente in grado di adattarsi alle diverse parti del ciclo di mercato; in altre parole, un gestore in possesso di liquidità quando non viene compensato per il rischio e che la investe invece quando lo è. Un investitore deve cercare l’esperienza e un track record storico che provi che il gestore sia stato in grado di sopravvivere a periodi volatili.

Wall: Grazie Oksana.

Aronov: Grazie.

Wall: Per Morningstar, Emma Wall, grazie per l’attenzione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Emma Wall  è Editor di Morningstar.co.uk

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