Gli investitori erano cauti anche prima dei dazi di Trump

Secondo un nuovo sondaggio, inflazione, tasse e aspettative di rendimenti più bassi sono da tempo all'ordine del giorno per gli investitori globali.

Valerio Baselli 19/06/2025 | 13:08
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Illustrazione a collage con un grafico a torta decostruito, con immagini di un investitore che guarda un computer, un portafoglio e un avatar.

Punti chiave:

  • Il 21% degli investitori intervistati all’inizio del 2025 ha percepito che la fine del rally del 2024 era vicina.
  • A causa del persistere dell’inflazione, gli investitori individuali hanno limitato le loro aspettative di rendimento per quest’anno, puntando a generare il 7,3%.
  • Quasi la metà teme che eventuali problemi con i Magnifici Sette possano avere un impatto significativo sul proprio portafoglio.

Ben il 70% degli investitori retail di tutto il mondo era preoccupato per l’impatto dell’incertezza globale sulle proprie finanze, ben prima che i dazi del presidente Donald Trump facessero crollare i mercati azionari.

Secondo l’Individual Investors Survey 2025 di Natixis Investment Managers, all’inizio del 2025, dopo un decennio e mezzo di tassi d’interesse ai minimi, rendimenti in crescita e relativa calma di mercato, gli investitori individuali globali erano già preoccupati di non riuscire a raggiungere i loro obiettivi d’investimento a lungo termine.

L’indagine, condotta tra febbraio e marzo su oltre 7.000 investitori individuali in 21 Paesi, mostra che, anche prima che i mercati azionari globali venissero scossi dai dazi del Presidente degli Stati Uniti, solo il 53% ha dichiarato di sentirsi a proprio agio nell’assumere rischi per andare avanti.

Gli investitori percepiscono di trovarsi in una situazione difficile nel 2025 e questo sta cambiando la loro percezione degli investimenti, dei mercati e del loro futuro. Di fronte all’incertezza, l’indagine ha rilevato che, per quanto riguarda i loro investimenti, quasi tre quarti degli intervistati anteporrebbe la sicurezza alla performance, mentre il 72% teme una maggiore volatilità dei mercati in futuro.

Un investitore su cinque si aspettava possibili turbolenze dei mercati

Nonostante gli ottimi rendimenti del 2024, già all’inizio di quest’anno gli investitori erano preoccupati per il prossimo futuro.

Alla domanda sulle prospettive del primo trimestre, un numero esiguo di investitori è rimasto ottimista sul proseguimento del rally del 2024. “Solo il 35% riteneva che nulla potesse fermare il rialzo dei mercati. Gli investitori in Italia (47%), Francia (41%) e Stati Uniti (41%) erano i più propensi a sostenere questa opinione”, si legge nel rapporto.

All’altra estremità dello spettro, il 21% degli intervistati aveva già percepito che la fine era vicina, dichiarando: “Esco finché posso”.

Inflazione e tasse tra le preoccupazioni principali

Nonostante la sua traiettoria discendente, l’inflazione continua a essere una delle principali preoccupazioni. Due terzi degli intervistati dichiarano di risparmiare meno denaro a causa dell’aumento dei prezzi quotidiani e più della metà (59%) ritiene che l’inflazione abbia eroso i propri guadagni. Di conseguenza, il 38% afferma che è più difficile raggiungere i propri obiettivi a lungo termine.

Inoltre, gli investitori sono sempre più preoccupati di trattenere ciò che guadagnano. Un terzo di loro (34%) colloca la tassazione al terzo posto tra le proprie paure finanziarie e il 70% ritiene che i rendimenti al netto delle imposte siano più importanti dei rendimenti lordi, una questione che si riflette anche nei servizi che gli investitori cercano dal proprio consulente finanziario. A livello globale, il 74% degli investitori che utilizzano servizi di consulenza riconosce l’aspetto della gestione degli oneri fiscali come cruciale in termini di pianificazione finanziaria da parte del proprio consulente.

Nel complesso, secondo l’analisi di Natixis, “il mondo sembra improvvisamente meno prevedibile nel 2025”. Anche la geopolitica è fonte di preoccupazione: “due guerre [a Gaza e in Ucraina] continuano a svolgersi, le norme commerciali in vigore da decenni sono messe in discussione, l’inflazione continua a incombere su gran parte dell’economia globale e i mercati sono diventati improvvisamente volatili”.

Aspettative più basse nel 2025

Considerato il contesto attuale, gli investitori che hanno risposto al sondaggio hanno limitato le loro aspettative di rendimento per quest’anno, puntando a generare il 7,3% al netto dell’inflazione nel 2025. Si tratta di un calo del 33% rispetto ai rendimenti del 10,4% che si erano prefissati l’anno scorso.

Gli investitori iniziano inoltre a valutare con maggiore attenzione le loro attuali allocazioni, poiché quasi la metà (48%) teme che se i Magnifici Sette dovessero vacillare, l’impatto negativo sul loro portafoglio sarebbe troppo forte. Pertanto, gli investitori dovranno riflettere attentamente su come investire nell’attuale contesto, bilanciando le aspirazioni di rendimento e la tolleranza al rischio.

Investitori retail cauti sulle criptovalute

Il bitcoin potrebbe aver definitivamente superato la pietra miliare di 100.000 dollari, ma molti investitori rimangono cauti nell’entrare nel mercato delle criptovalute.

Secondo il rapporto, il 32% degli investitori individuali globali detiene attualmente asset digitali e più della metà - il 51% - crede che il bitcoin raggiungerà un altro massimo storico nel 2025. Tra coloro che sono rimasti in disparte, il 42% ammette di avere la sensazione di essersi perso qualcosa.

Tuttavia, l’ottimismo permane: “Gli investitori ritengono che ci sia ancora un’opportunità, in quanto il 44% sostiene che nuovi veicoli - come gli ETF sulle criptovalute - renderanno l’asset class un investimento più interessante", si legge nel rapporto.


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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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