La Fed lascia tutti col fiato sospeso

La Banca centrale Usa parla da mesi di un rialzo dei tassi di interesse ma non chiarisce il quando e il come. Nel frattempo conviene posizionarsi sulle scadenze lunghe.

Marco Caprotti 23/07/2015 | 09:44
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Quando accadrà, l’evento sarà storico. Almeno per i mercati finanziari. Non è mai successo, infatti, che una Banca centrale abbia dovuto alzare i tassi di interesse dai minimi storici come invece si prepara a fare la Federal Reserve. Il problema per gli investitori è che, nonostante la stretta sia telefonata da mesi, l’istituto centrale Usa continua a mandare segnali fumosi sui modi e sui tempi in cui questa avverrà. L’organismo guidato da Janet Yellen si limita a ripetere che adotterà un approccio graduale per porre termine alla politica monetaria espansiva e che il ritmo di tale processo sarà dettato dai dati economici, principalmente l'inflazione e le statistiche sull’occupazione. 

La Fed prende tempo
Questi indicatori puntano in questo momento a un'economia in fase di normalizzazione. Il mercato del lavoro sta mostrando costanti miglioramenti e i salari stanno iniziando a muoversi verso l’alto. Anche l’inflazione sta tornando a crescere dopo le recenti cadute provocate dal crollo dei prezzi e ora sembra destinata ad accelerare nuovamente per raggiungere un livello prossimo al target del 2%. “Nel complesso, i dati sembrano supportare il fatto che la Fed potrebbe iniziare a normalizzare la politica monetaria più avanti nel corso dell’anno”, spiega un report firmato da Matthew Eagan, gestore del reddito fisso di Loomis, Sayles & Company (Natixis). “Come sottolineato recentemente dal presidente della Fed Yellen, le tempistiche del primo rialzo sono meno importanti rispetto al ritmo con cui verranno  portati avanti i successivi aumenti”.

Pronti per il dopo
Ma cosa succederà dopo l’inizio della stretta? “Quando la Fed aumenterà i tassi, verso la fine dell’anno, probabilmente assisteremo a una revisione delle aspettative di mercato con un'impennata della volatilità”, dice uno studio di Asoka Woehrmann, responsabile investimenti di Deutsche AWM, secondo cui l’attenzione dei mercati è puntata su quello che accadrà dopo l’inizio delle strette. “In base alle nostre stime i rendimenti a breve-medio termine saranno inferiori alle attuali aspettative di mercato, in quanto la Fed cercherà di stabilire quale sia il livello di tassi di interesse che l'economia statunitense del dopo-crisi sarà in grado di gestire. La revisione delle aspettative potrebbe causare una crescita dei tassi a lungo termine, con un aumento di quelli decennali e trentennali Usa oltre le nostre stime a 12 mesi (rispettivamente 2,5% e 3,1%), seguito poi da un nuovo calo. Di conseguenza le curve dei rendimenti Usa dovrebbero irripidirsi prima di tornare ad appiattirsi”.

Come conviene posizionarsi dal punto di vista operativo? “La curva dei Treasury americana - la cui volatilità vissuta in queste settimane è in parte il riflesso di quanto accaduto in Europa – è diventata più ripida, rispecchiando l'opinione prevalente di mercato sul fatto che la Fed posticipi il primo rialzo”, spiega una nota di Ken Leech, responsabile degli investimenti di Western Asset (gruppo Legg Mason). “Questa view offre a nostro avviso in questo momento un'opportunità interessante sul segmento a più lunga scadenza della curva, che riteniamo meno vulnerabile a un eventuale rialzo dei tassi di interesse e che attualmente pensiamo offra del valore”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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