Bond sulle giostre

Gli investitori hanno dovuto fare i conti con i movimenti repentini dei rendimenti. Colpa della situazione greca. I tassi, d’ora in poi, saliranno gradualmente. 

Marco Caprotti 30/06/2015 | 15:52
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Agli investitori in bond gira ancora la testa. Una sensazione inevitabile dopo la girandola dei redimenti in cui sono entrati nelle ultime settimane. La giostra è partita dall’Europa.  Dopo essere arrivato a 0,07% a metà aprile, il rendimento del decennale tedesco ha iniziato a salire a un massimo di 0,721 a metà maggio. Più in generale, la tendenza a crescere degli yield negativi (di per sé una situazione strana in cui i creditori di fatto pagano i debitori per avere i loro soldi) è cambiata. Il titolo svizzero a 10 anni, ad esempio, da -0,212% si è portato in territorio positivo.

L’effetto “montagne russe” si è fatto sentire anche negli Stati Uniti. All'inizio di giugno il rendimento del Treasury americano a 10 anni era del 2,12%. Al 10 giugno era aumentato al 2,50%, per tornare al 2,32% il 17 giugno, giorno in cui la Federal Reserve ha concluso il suo ultimo meeting. I tassi più alti si sono visti anche in Giappone prima di un recupero di parte delle perdite.

“Storicamente, periodi di tassi in risalita improvvisa tendono ad avere vita breve e, finora, sembra che la storia si stia ripetendo”, spiega uno studio firmato da Thomas J. Marthaler, gestore obbligazionario globale di Neuberger Berman. “Ciò non significa che siamo fuori pericolo in termini di volatilità sui mercati. E' possibile che la crescita globale o soprese per quanto riguarda l’inflazione diano impulso alla volatilità. L stesso accadrebbe nel caso in cui le Banche centrali globali facessero passi falsi”.  

Occhi sulla Grecia
Ma cosa ha prodotto questo repentino innervosirsi del reddito fisso? Una spiegazione è legata alla possibilità di disintegrazione dell’area euro in caso di uscita dalla moneta unica della Grecia. Mentre Atene e i creditori cercavano di trovare un punto in comune sulla restituzione dei debiti, il sistema bancario ellenico è diventato via via più fragile. I depositi negli istituti di credito del paese da novembre 2014 sono diminuiti del 16% circa. Nel frattempo l’esecutivo è dovuto ricorrere a misure estreme (come svuotare le casse delle amministrazioni locali), per cercare di venire incontro agli obblighi e per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Cosa si devono aspettare a questo punto gli investitori? “Crediamo che i tassi saliranno gradualmente e di qui a un anno avremo tassi più alti in generale”, spiega uno studio di Anthony Smouha, gestore del fondo GAM Star Credit Opportunities. “D'altro canto riteniamo che i rialzi dei tassi saranno graduali e che non li vedremo molto più alti per un certo periodo. Ci sarà un incremento dei tassi a breve termine negli Stati Uniti a settembre o dicembre e poi Janet Yellen (presidente della Federal Reserve, Ndr) si metterà a osservare i dati”.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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