6 cose da sapere sugli Etf Strategic beta

Sono a metà tra la gestione attiva e passiva. Evolvono verso forme sempre più complesse e vanno bene per investitori pazienti. 

Susan Dziubinski 22/06/2015 | 09:18
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Smart beta. Per chi si interessa, anche solo vagamente, di finanza e investimenti, il termine non è nuovo. I replicanti a beta strategico (definizione che Morningstar preferisce, clicca qui per approfondire) conoscono un successo globale e un interesse in costante crescita, sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.

Tuttavia, prima di decidere se un Exchange traded fund del genere possa o meno far parte del proprio portafoglio, è bene aver chiare in testa alcune loro caratteristiche. Ecco sei punti da tenere a mente.

Sono strumenti ibridi tra il passivo e l’attivo
I prodotti smart sono fondi passivi che prendono posizioni attive. Essi mirano ad alzare il rendimento o ad abbassare il rischio utilizzando diversi fattori (questi ultimi sono come caratteristiche di un asset finanziario che possono produrre e spiegarne il rendimento).

Gli investimenti di tipo value o growth o small cap rappresentano approcci basati su diversi fattori. Un fondo strategic beta è uno strumento passivo che replica un indice costruito con una metodologia che tiene conto di uno specifico fattore (o di una loro combinazione), assottigliando la linea di confine tra investimento attivo e passivo.

Sono più vecchi di quanto si possa pensare
I primi Etf a beta strategico hanno fatto il loro esordio nel 2000 negli Stati Uniti. Entro la fine del 2015, ci saranno più di 60 Etf di questo tipo con almeno 10 anni di track record e 147 Etf con almeno cinque anni di storia. Il fatto di avere una serie storica da esaminare è molto importante per gli investitori e anche questo ha contribuito ad accrescere la loro popolarità recentemente.

Stanno diventando sempre più complessi e quindi difficili da valutare
I primi prodotti “strategici” erano piuttosto semplici. Gli indici si allontanavano dalla mera capitalizzazione di mercato per introdurre fattori di tipo value o growth. Poi sono nati benchmark focalizzati su un solo paese o un solo settore, più tardi sono arrivate strategie più complesse basate sullo stacco dei dividendi o su alcuni parametri di bilancio. Oggi ci sono Etf che mescolano diverse caratteristiche assieme.

Mano a mano che i fondi passivi strategic beta diventano più complessi, cresce anche la difficoltà nel valutarli. Ecco perché la profondità di analisi su questi fondi passivi è ormai la stessa che sui fondi attivi.

Non sono tutti uguali. Alcune strategie hanno più probabilità di sovraperformare
L’idea alla base degli Strategic beta è che gli investitori possono investire in una serie di fattori che hanno dimostrato di poter sovraperformare o ridurre il rischio. Tuttavia, alcuni fattori sono più “provati” di altri. "Alcuni sono ben fondati su modelli economici o comportamentali", osserva John Rekenthaler, vice president della ricerca di Morningstar. “Sono associati a rischi reali ed è per questo che offrono rendimenti superiori". Inoltre, la ricerca accademica ha seguito alcuni di questi fattori per decenni, provando il loro funzionamento.

Alcune delle strategie multifattoriali più recenti non si basano sulle stesse teorie accademiche e comportamentali. E, come gli analisti di Morningstar hanno sottolineato più volte nelle loro ricerche, alcuni di questi fondi replicano benchmark che hanno track record molto brevi e che sono stati progettati per il solo scopo di servire come base per l’Etf.

Richiedono più pazienza dei fondi indicizzati tradizionali
La ricerca accademica ha dimostrato che alcuni dei fattori su cui si basano gli Strategic beta hanno sì tendenza a sovraperformare, ma su lunghi periodi di tempo, in alcuni casi, molto lunghi. "Questi periodi di tempo, credo, spesso, sono di gran lunga superiori all’orizzonte temporale dell’investitore medio", spiega il direttore della ricerca di Morningstar, Ben Johnson. “Pertanto, è importante che i potenziali investitori in Etf a beta strategico gestiscano in modo appropriato le loro aspettative di performance da questi investimenti. Per beneficiare di un determinato fattore, gli investitori hanno bisogno del giusto orizzonte temporale”.

Alcuni costano meno di altri
Gli Etf Strategic beta, in media, presentano un livello di commissioni in linea con l’industria Etf. Tuttavia, ci possono essere significative differenze di prezzo da fondo a fondo. Nelle analisi di Morningstar, vengono considerate le commissioni di un fondo in maniera approfondita e anche indicate le alternative meno costose, se disponibili. Confrontare i costi richiesti da fondi simili è uno dei passi imprescindibili nella scelta del miglior strumento.

Conclusioni
Il fatto che offrano un’esposizione diretta a una serie di fattori a basso costo, rende i fondi Strategic beta un’opzione di investimento valida per molti investitori. Come per ogni investimento, tuttavia, Morningstar consiglia di guardare sotto la coperta e capire quali fattori sono coinvolti, il record storico di rischio e rendimento e le spese del fondo.

Questi Etf sono in concorrenza sia con i fondi indicizzati che con quelli attivi tradizionali. Dovrebbero pertanto essere valutati tenendo conto di questo gruppo di potenziali competitor più ampio. E, come fa notare qualcuno, alcuni di questi fondi sono “basati più sul marketing che sul merito di investimento”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Susan Dziubinski

Susan Dziubinski  Susan Dziubinski is senior product manager with Morningstar.com.

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