I costi dell’energia aiutano Ternium

Il gruppo latino americano riesce a mantenere margini di profitto elevati anche grazie a oneri di produzione contenuti. Il titolo ha sofferto il calo della domanda dell’acciaio, ma ora è scambiato a sconto rispetto al nostro fair value.  

Francesco Lavecchia 14/04/2015 | 11:34
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Ternium ha sofferto il calo della domanda globale di acciaio, ma alle attuali quotazioni di mercato resta una delle migliori idee di investimento all’interno del settore minerario.

Obiettivi raggiungibili
La debole crescita dell’economia mondiale e, soprattutto, il rallentamento di quella cinese (primo consumatore mondiale) hanno fatto precipitare il titolo nel corso del 2014 del 33%. Le azioni del gruppo latino americano hanno parzialmente recuperato terreno da inizio anno, ma continuano a essere scambiate a sconto rispetto al nostro fair value di 28 dollari (relativamente all’ADR quotata sul Nyse di New York).

A dispetto delle negative dinamiche del settore, penalizzato dal sovradimensionamento dell’offerta e dal rallentamento della domanda, Ternium ha continuato a mantenere margini di profitto stabilmente sopra la soglia del 10%.

I nostri analisti ipotizzano un ulteriore calo del prezzo del ferro nel 2015. Questo si ripercuoterà inevitabilmente sulla profittabilità dell’azienda, ma la progressiva ripresa delle quotazioni di mercato della materia prima permetterà al management di centrare l’obiettivo di un Ebitda nel range tra il 15% e il 19% alla fine del nostro periodo di previsione (2019).

Produrre a basso costo non è sufficiente
Il gruppo latino-americano produce una vasta gamma di prodotti di acciaio grazie ai tre siti siderurgici in Messico, Colombia e Argentina (che garantiscono una capacità produttiva totale di quasi 11 tonnellate) e a tre miniere in Messico che assicurano un approvvigionamento annuo di quattro milioni di tonnellate di ferro. 

Ternium riesce a mantenere gli oneri di produzione su livelli competitivi grazie ai suoi bassi costi dell’energia e della manodopera e gode di una posizione di oligopolio in Argentina.

Nonostante questo, però, l’azienda soffre la maggior integrazione del mercato dell’acciaio tra Messico e Stati Uniti, che si traduce per Ternium in una concorrenza più elevata. La produzione di acciaio e ferro, infatti, è del tutto indifferenziata e la partita sul mercato si gioca unicamente sul prezzo. Il gruppo messicano può vantare a suo favore una struttura integrata verticalmente e i bassi costi dell’energia, ma questo non è sufficiente, come dimostrano i suoi indici di redditività, a garantirgli una posizione di vantaggio all’interno del settore (Economic Moat).

 

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Ternium SA ADR43,58 USD2,16

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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