Ferragamo costa (troppo) caro

Il titolo della casa fiorentina beneficia dei conti del 2014 e vola oltre il nostro fair value. Positivo l’andamento delle vendite in tutte le regioni, ma l’effetto sui margini resta limitato. 

Francesco Lavecchia 07/04/2015 | 11:23
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Ferragamo scatta nel quarto trimestre e segna un 2014 positivo. Negli ultimi tre mesi il fatturato è salito dell’8%, le vendite like-for-like (nei negozi aperti da almeno 12 mesi) sono cresciute del 4%, e questo ha spinto i ricavi d’esercizio a 1,3 miliardi di euro (+6%). Il mercato ha apprezzato la performance della casa di moda fiorentina, realizzata nonostante le difficoltà che il settore sta attraversando in questo momento, facendo lievitare il valore di Borsa del titolo del 45% da inizio anno.

Ora le azioni del gruppo sono scambiate attorno ai 29 euro, circa il 14% in più rispetto al nostro fair value che è pari a 25,24 euro (la valutazione si basa sulla metodologia Morningstar sul rating quantitativo, che deriva l’obiettivo di prezzo, i giudizi sul posizionamento settoriale dell’azienda e sulla volatilità dei risultati della stessa dall’utilizzo di un modello statistico). 

2014 debole per il lusso
La congiuntura economica nel Vecchio continente è ancora sfavorevole, le iniziative della Cina per combattere il fenomeno della corruzione stanno rappresentando un freno importante ai consumi di alta gamma (le mazzette spesso vengono pagate con oggetti di valore) e il rallentamento del traffico aereo, a causa delle tensioni politiche internazionali, ha inciso negativamente su uno dei principali canali di vendita del comparto.

A fronte di queste difficoltà, Ferragamo è riuscita comunque a crescere in tutte le regioni in cui è attiva aumentando del 6,3% le vendite in Asia Pacifico (che rappresenta il suo mercato principale) dell’8,7% in Europa (Italia compresa), del 5% in Nord America e + 10% in America latina. Anche in Giappone i ricavi sono saliti del 4%, ma il negativo andamento del tasso di cambio ha fortemente deprezzato il fatturato prodotto nel Paese del Sol levante (-4% rispetto a quanto riportato nel 2013).

Margini solo in lieve miglioramento
A fronte del buon andamento delle vendite, i margini di profitto non hanno registrato un miglioramento significativo a causa dell’incremento dei costi operativi, della negativa gestione finanziaria e del peso ancora basso, rispetto ad altri grandi brand del lusso, del segmento “prodotti in pelle”. L’Ebit è salito di 100 punti base al 18,4% (sul fatturato complessivo) e l’utile netto rappresenta ora il 12,3%, rispetto al12,7% del 2013. Il livello di profittabilità del gruppo resta comunque in linea con quello del settore e, in base alle valutazioni del nostro modello quantitativo, assegniamo a Ferragamo una posizione di vantaggio competitivo (Economic Moat).  

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Salvatore Ferragamo SpA9,49 EUR-0,32Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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