Botti di fine anno per gli Etp

Dicembre si chiude con un nuovo record mensile di raccolta netta (61,5 mld di dollari), che coincide anche con quello annuale. Azionari Usa e Giappone al centro della scena.

Valerio Baselli 12/01/2015 | 13:42
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Già quest’estate si era intravisto che il 2014 poteva essere un anno da ricordare, ma cifre del genere forse non se le aspettava nessuno. L’anno appena chiuso si è infatti rivelato il migliore in assoluto per l’industria degli Exchange traded product, sia in termini di sottoscrizioni che di patrimonio gestito. Le prime hanno raggiunto la cifra record di 61,5 miliardi di dollari in dicembre, il che porta la raccolta netta annuale a 330,6 miliardi, risultato che fa impallidire il precedente record di 260 miliardi del 2012. Il patrimonio in gestione, dal canto suo, chiude l’anno a quasi 2,8 mila miliardi di dollari, mai così in alto. A dirlo è il consueto report ETF Landscape – Industry Highlights, pubblicato dal BlackRock Investment Institute.

“Il 2014 resterà una pietra miliare per il settore degli Etf”, commenta Ursula Marchioni, responsabile della ricerca Etp di iShares. “L’industria ha raggiungo una fase di maturità, grazie all’adozione di questi prodotti da parte di nuove tipologie di utilizzatori e di nuove applicazioni, unitamente alla spinta derivante da una più elevata liquidità e maggiori asset in gestione”.

Ritorno a Wall Street
Gli investitori non si sono fatti scappare la sorprendente ripresa americana, trainata dal dollaro forte, il petrolio in discesa e la Federal Reserve che ha posticipato un rialzo dei tassi che si dava per scontato. A dicembre, i prodotti dedicati all’equity statunitense hanno segnato il miglior risultato mensile di sempre in termini di raccolta, con 48 miliardi di flussi, superando come già avviene consecutivamente da alcuni mesi la soglia dei 40 miliardi.

L’azionario giapponese ha raccolto in dicembre 5,6 miliardi di dollari, superando i 19 nel corso dell’anno. La vittoria elettorale del primo ministro Abe ha assicurato il sostegno alla continuazione delle sue politiche economiche, con il conseguente rialzo del mercato azionario.

I replicanti dedicati agli indici azionari paneuropei, invece, si sono stabilizzati raccogliendo 2,3 miliardi. Gli investitori, si legge nel report di BlackRock, restano in attesa di un ulteriore stimolo da parte della Bce.

Male invece l’equity emergente, che a dicembre ha registrato rimborsi pari a 6,7 miliardi di dollari, la metà dei quali relativi a fondi con esposizioni allargate sui mercati in via di sviluppo. L’anno si chiude con un saldo negativo (1,8 miliardi di deflussi), nonostante gli investitori abbiano aggiunto posizioni durante la parte centrale dell’anno.

La Fed spinge il reddito fisso
Le aspettative di bassa inflazione sui mercati sviluppati, il contesto di tassi di interesse stabilmente ai minimi negli Stati Uniti, le politiche espansive delle banche centrali in Europa e Giappone hanno contribuito a spingere i replicanti esposti al mercato obbligazionario, i quali hanno raccolto 5,6 miliardi di dollari nell’ultimo mese dell’anno, chiudendo il 2014 a quota 84,5 miliardi di raccolta netta. I corporate bond di tipo investment grade, in particolare, hanno segnato un’ottima annata con 22,3 miliardi di sottoscrizioni.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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