Fondi pensione, l’incertezza normativa blocca le adesioni

Nonostante la consapevolezza del sempre minor peso dell’assegno Inps, dicono Censis e Covip, gli italiani non investono in previdenza a causa delle continue riforme che cambiano troppo spesso le regole del gioco.

Valerio Baselli 12/09/2014 | 11:14
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Del doman non v’è certezza, scriveva il poeta. Un verso che potrebbe essere tranquillamente applicato anche al settore pensionistico italiano. Secondo un’indagine effettuata in collaborazione tra Censis e Covip, infatti, uno dei motivi principali dietro allo stallo della previdenza integrativa in Italia è il fatto che i cittadini siano convinti che le regole sulla propria pensione cambieranno ancora nel breve.

Gli italiani, quindi, frastornati da continui cambi normativi, da riforme e da controriforme, preferiscono non prendere decisioni, nella speranza magari di entrare nella “finestra” giusta nel momento del pensionamento. L’aspetto interessante dello studio è che questa tendenza sembra valere a prescindere dal livello di informazione e di cultura finanziaria. L’indagine, infatti, dimostra come gli intervistati (circa 2.400 soggetti) pensino in media che il proprio assegno Inps sarà pari al 55% dell’ultima busta paga. Insomma, l’ignoranza sul proprio futuro non sembra c’entrare. E’ che quando le regole del gioco non sono chiare, il gioco ne risente.

D’altronde, in finanza la psicologia gioca un ruolo di primo piano e il campo previdenziale non fa eccezione. Questa sfiducia in uno degli aspetti fondamentali, la certezza delle norme, genera insicurezza e l’attesa della prossima riforma determina di conseguenza una sorta di inerzia psicologica che è tra le cause della non adesione agli strumenti integrativi.  

Certo, la crisi finanziaria e l’emergenza lavoro hanno fatto la loro parte, ma non sembrano da sole poter giustificare un tasso di adesione tra i più bassi d’Europa. Mancanza di cultura (per gli italiani dover pensare a costruirsi attivamente la pensione è una novità) e fattori psicologici sono gli aspetti che pesano di più. Ecco perché forse si dovrebbe pensare alla possibilità di cambiare alcune regole dei fondi pensione, come già proposto da diversi soggetti, quali la irreversibilità della scelta, le modalità di riscatto degli anticipi o di utilizzo del montante finale (oggi si è obbligati a percepirne il 50% sotto forma di rendita).

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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