Una replica d’oro

Su Borsa Italiana sono quotati 16 Etp dedicati al metallo giallo. Ecco quello che serve sapere per poter districarsi tra le varie offerte.  

Valerio Baselli 14/07/2014 | 09:46
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La corsa (finanziaria) all’oro è stato uno dei leitmotiv del primo decennio del duemila. Ancora oggi, il metallo giallo è un osservato speciale quando si tratta di sondare l’umore del mercato. Non sembra quindi un caso che l’oro sia la materia prima a cui viene dedicato il più alto numero di Etp (Exchange traded products – acronimo che racchiude Etf, Etc ed Etn) su Borsa Italiana. Tuttavia, questi strumenti sono complessi ed è bene conoscerli prima di acquistarli per evitare di rimanere scottati.

Nello specifico, gli investitori dello Stivale hanno a disposizione 16 replicanti dedicati al più famoso dei metalli (nella tabella sottostante, vengono classificati per rendimento da inizio anno). Una sfilza di strumenti che solo apparentemente possono risultare simili tra loro. In realtà, sono veicoli complessi, con caratteristiche molto diverse a seconda dei casi, ed è bene conoscerli prima di acquistarli, per evitare di rimanere scottati.

Gli Etc e l’effetto “rolling”
Gli Exchange traded commodity sono strumenti appositamente nati per investire nelle materie prime. Come le altre tipologie di Etp, possono essere scambiati durante la giornata come le azioni e possono avere come sottostante l’oro fisico, oppure un contratto derivato.

I primi acquistano il bene fisico e lo depositano presso il caveau di una banca incaricata dall’emittente. Consentono quindi agli investitori di ottenere un’esposizione simile a quella che potrebbero conseguire comprando e conservando autonomamente la materia prima (gli strumenti con la parola physical nel nome fanno parte di questo gruppo).

I secondi, invece, utilizzano i contratti future, cioè un accordo di acquisto o vendita di una risorsa naturale a una data e a un prezzo prestabiliti. I rendimenti degli Etc che investono in future possono essere diversi da quelli fisici. La ragione è che si deve periodicamente sostituire il contratto in scadenza con uno nuovo per mantenere la posizione. Questo processo genera il cosiddetto “rendimento roll”, che è determinato dalla differenza tra il valore del contratto in essere e quello dei periodi successivi. Questo rendimento può essere positivo o negativo, a seconda dell’inclinazione della curva del future sulla commodity. Se è rivolta verso l’alto, ossia il prezzo dei future di ogni successivo mese è progressivamente superiore rispetto al precedente (situazione conosciuta come contango), assisteremo a un rendimento roll negativo. Infatti, l’Etc venderà contratti a prezzi relativamente bassi e comprerà a costi più alti. Se la curva future è inclinata negativamente (cosiddetto backwardation), il rendimento è positivo. Infatti, l’Etc venderà i contratti a prezzi alti e comprerà a costi inferiori.

Gli Etf
Tra i 16 replicanti quotati a Piazza Affari, si trovano anche due Etf. Il primo replica l’indice DAXglobal Gold Miners e il secondo il NYSE Arca Gold Bugs index; entrambi, anche se con metodologie diverse, rappresentano le principali società mondiali del settore dell’estrazione dell’oro. In questo caso, quindi, non si è esposti direttamente alle oscillazioni delle materie prime, anche se la correlazione è piuttosto forte.

Gli Etn
Infine, troviamo anche due Etn, strumenti molto diversi da Etc ed Etf. Gli Etn, infatti, sono in pratica dei contenitori di obbligazioni strutturate. Questo ha una conseguenza non marginale: i sottoscrittori degli Etn diventano creditori della banca emittente, esponendosi così al rischio di controparte. Quindi, nel peggior scenario possibile, se l’emittente dovesse fallire, non ci sarebbe nessun rimborso, visto che il capitale non è garantito. Perciò si possono considerare gli Etn degli strumenti facenti parte della stessa famiglia di Etf e di Etc, ma con un grado di complessità (e quindi anche di rischio) leggermente superiore.

Etp “strutturati”
Vengono indicati come “strutturati” tutti quegli Etp a leva oppure short. Quelli a leva moltiplicano il rendimento giornaliero dell’indice replicato in base alla leva scelta (per due per una leva due, per tre per una leva tre e così via). Gli strumenti “short”, invece, restituiscono il rendimento inverso (guadagnano se l’indice perde e viceversa). A volte, queste due caratteristiche vengono presentate assieme (leva inversa). Questa tipologia di Etp è più adatta a scommesse di breve periodo e chi decidesse di usarli deve essere sicuro di averne ben compreso il funzionamento, soprattutto del ribilanciamento giornaliero, per evitare brutte sorprese.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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