Petrobras, il peggio è alle spalle

I conti del gruppo petrolifero brasiliano danno segnali incoraggianti sulla ripresa dell’attività. La crescita della produzione e il taglio dei costi dovrebbero favorire la risalita del titolo che ora è scambiato a sconto del 30% rispetto alla nostra stima del prezzo obiettivo.  

Francesco Lavecchia 27/05/2014 | 10:35
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I risultati del primo trimestre mettono la parola fine al periodo nero di Petrobras. L’ingerenza del Governo, che ha avuto il suo ruolo nell’ambizioso programma di investimenti portato avanti dal gruppo brasiliano, la gestione inefficiente del segmento downstream (raffineria) e il negativo andamento del prezzo del greggio hanno fatto precipitare le quotazioni del titolo attorno ai suoi minimi storici. Ma i nostri analisti vedono significativi margini di crescita e stimano un prezzo obiettivo pari a 21 dollari per azione (30% circa superiore alle attuali quotazioni di mercato).

I punti di forza di Petrobras
Sebbene non sia previsto per quest’anno un significativo miglioramento dei conti, i primi tre mesi dell’esercizio testimoniano una crescita evidente della produttività in tutti i segmenti di attività. L’aumento della produzione di greggio (che ha toccato il punto più basso nel 2013) e la riduzione dei costi operativi (circa otto miliardi di dollari l’anno per i prossimi quattro anni) favoriranno, inoltre, il progressivo recupero dei margini di profitto.

Petrobras è ben integrata nelle operazioni di estrazione, produzione e raffinazione di petrolio e gas naturale. Dopo 50 di attività il gruppo brasiliano è riuscito ad accumulare la maggior parte delle riserve del paese e ha una conoscenza del territorio e un’esperienza difficili da replicare per i suoi competitor. Inoltre, la recente scoperta di nuovi importanti giacimenti promette di raddoppiare le riserve e la produzione del gruppo nei prossimi 10 anni.

Il Governo non fa gli interessi degli azionisti 
Nonostante questi evidenti punti di forza, i nostri analisti non riconoscono a Petrobras una posizione di vantaggio all’interno del settore (Economi Moat) a causa  della forte ingerenza del Governo brasiliano che limita la redditività del gruppo andando contro gli interessi degli azionisti. L’esecutivo ha il controllo sul capitale sociale dell’azienda e condiziona le decisioni relative all’allocazione del capitale e alla definizione dei prezzi dei prodotti raffinati. Negli ultimi anni il management ha portato avanti nuovi progetti nel segmento della raffineria nonostante i bassi ritorni del capitale e promette di continuare in questo direzione anche nei prossimi anni spinto dalle necessità politiche di creare nuova occupazione.

Le nostre previsioni sono per una crescita media del fatturato del 3% per i prossimi cinque anni grazie ad un incremento della produzione dei greggio tra il 3% e il 5% fino al 2016 e quella di gas naturale grazie agli investimenti in nuove infrastrutture. Il miglioramento dei margini di profitto sarà significativo, ma parzialmente frenato dal mancato incremento del prezzo dei prodotti raffinati che continuerà a pagare un importante gap rispetto a quello internazionale. 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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