Regions Financial rivede la luce

Dopo quattro anni di bilanci in perdita, la banca americana ha risalito la china nel 2012. L'esercizio appena concluso confermerà il trend positivo, ma le quotazioni di mercato sono molto elevate e i nostri analisti raccomandano prudenza. 

Francesco Lavecchia 21/01/2014 | 15:08
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Regions Financial è uscita dal baratro della crisi, ma resta ancora lontana dai leader del settore. Inoltre, dopo i forti guadagni registrati nell’ultimo mese (+11%), il titolo ci appare ampiamente sopravvalutato rispetto alla nostra stima del prezzo obiettivo, pari a 8,5 dollari per azione. La raccomandazione dei nostri analisti è quella di non esporsi. Dopo quattro anni di perdite, la banca americana con sede nello stato dell’Alabama è ritornata in attivo nel 2012 grazie a una profonda revisione dei conti e alla dismissione di business secondari. “Il management ha lavorato al miglioramento della stabilità finanziaria dell’istituto di credito risolvendo la difficile situazione dei bad loans (prestiti in sofferenza) e vendendo la società di intermediazione finanziaria Morgan keegan”, dice Gaston F. Ceron analista azionario di Morningstar. “Ora la società potrà concentrare le sue energie su quello che le riesce meglio: il finanziamento delle attività commerciali”.

La strada per la vetta è ancora lunga
Regions Financial resta comunque lontana dai big del settore. Gli indici relativi al rendimento del capitale e ai costi di gestione, infatti, mostrano come la strada verso il miglioramento del suo livello di profittabilità e di efficienza operativa sia ancora lunga da compiere. La banca americana beneficerà del progressivo miglioramento della congiuntura economica negli Usa e della graduale risalita dei tassi di interesse che, dopo lo snellimento della sua struttura operativa, ora rappresentano la principale fonte di guadagno.

Questo, in base alle nostre previsioni, si tradurrà nei prossimi cinque anni in una crescita media del fatturato del 3% e un consolidamento del margine operativo che si manterrà attorno al 30%. I rischi maggiori, oltre alla sensibilità al ciclo economico tipica del comparto bancario, sono rappresentati dalla forte concentrazione del suo business sia su base geografica, a causa del forte radicamento nel Sud degli Stati Uniti, che su base operativa, a seguito della maggior focalizzazione nel segmento del credito. 

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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