Deutsche Bank sposa la replica fisica

18 Etf azionari abbandoneranno la struttura swap-based. Per l’industria si aprono nuovi scenari competitivi. La variabile dei costi può fare la differenza.

Sara Silano 20/12/2013 | 12:33
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Punti chiave

Il patrimonio complessivo degli Etf a replica fisica di DeAWM salirà a circa 9,5 miliardi di euro.

iShares è leader con una quota di mercato di oltre il 50%

I temi del 2014 continueranno ad essere il consolidamento e la competizione sui costi.

Deutsche Bank gioca la carta della replica fisica per guadagnare quote di mercato, dopo essere stato per anni uno dei paladini di quella sintetica. Recentemente, ha annunciato che 18 Etf (Exchange traded product) azionari db x-trackers abbandoneranno la strategia swap-based per passare a quella diretta. La decisione fa seguito a quella presa un anno fa di dare ai sottoscrittori la possibilità di scegliere tra le due metodologie su alcuni prodotti azionari specializzati sui mercati americano, giapponese, inglese e tedesco.

Il patrimonio complessivo degli Etf a replica fisica, si legge in una nota di Deutsche & Asset wealth management (DeAWM), dovrebbe quindi salire a circa 9,5 miliardi di euro (dati al 30 novembre 2013), collocando i tedeschi al secondo posto per questa tipologia di prodotti in Europa.

I fisici piacciono di più
Come nel 2012, anche quest’anno gli investitori hanno mostrato una chiara preferenza per la replica fisica. Lo prova il fatto che iShares (BlackRock), che ha una gamma prevalentemente di questo tipo, ha guadagnato posizioni di mercato, mentre i concorrenti maggiormente orientati sugli Etf sintetici sono scesi o rimasti fermi. “Mentre i tedeschi hanno perso il 5% a livello europeo, iShares ha guadagnato il 22% in termini di quote di mercato”, spiegano Ali Masarwah e Gordon Rose di Morningstar, i quali aggiungono che la società di BlackRock ha una fetta di oltre il 50%, seguita da DeAWM con il 12,5% e i francesi di Lyxor (Société Générale) con l’11,1%.

Per il momento, il cambio di replica ha interessato i prodotti azionari di DeAWM. Tra quelli quotati anche su Borsa italiana figurano Etf indicizzati a benchmark pan-europei e di alcuni paesi, compresa la Germania, l’Italia, la Francia, la Spagna, la Svizzera e il Regno Unito. Essi continueranno ad essere negoziati senza che i sottoscrittori debbano sostenere costi aggiuntivi legati alla trasformazione.

I rischi
Secondo gli analisti di Morningstar, la svolta non è priva di rischi. Il primo è che i tedeschi “arrivino troppo tardi”, dato che iShares ha assunto una posizione dominante su un mercato dove è difficile avere un vantaggio competitivo in quanto i prodotti sono largamente interscambiabili. Inoltre, il divario tra le quote di mercato dei due tipi di replica aumenta lentamente. Fino alla prima metà del 2011, le due metodologie si muovevano in modo parallelo, poi, in seguito alle critiche mosse agli swap-based, questi ultimi hanno perso terreno, mentre i fisici l’hanno guadagnato, ma nel corso del 2013 il trend si è attenuato. Masarwah e Rose, hanno comunque individuato alcuni punti di forza di DeAWM, tra cui i costi e la percentuale più elevata di reinvestimento del ricavato dal prestito titoli.

I trend del 2014
Guardando al 2014, si delineano diversi scenari nell’industria. Il primo riguarda la reazione che gli altri big del mercato avranno, in seguito alla decisione di Deutsche Bank. C’è da aspettarsi, infatti, che i francesi di Lyxor non rimangano indifferenti. E’ inoltre probabile che si assisterà a un proseguimento del processo di consolidamento nell’industria. Il secondo scenario è legato alle commissioni. Negli ultimi anni, c’è stata una corsa al ribasso delle fee, guidata dai nuovi Etf che hanno debuttato sul mercato. “Gli investitori si stanno muovendo lentamente verso i prodotti più economici”, dice Jose Garcia-Zarate, senior Etf analyst di Morningstar. “Tuttavia, il solo fatto che essi esistano ha generato un contesto più competitivo, dove c’è da attendersi che i principali emittenti taglino le commissioni per proteggere la quota di mercato”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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