Etf, troppi limiti dal dual listing

Appello degli operatori contro la frammentazione normativa nel corso della conferenza europea di Morningstar sui replicanti. Per l’educazione finanziaria serve un’associazione di categoria.

Sara Silano 25/11/2013 | 14:18
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Regolamentazione ed educazione finanziaria sono le due grandi sfide future dell’industria europea degli Etf. E’ quanto emerge dalla conferenza sui replicanti organizzata da Morningstar nei giorni scorsi a Milano, che ha riunito rappresentanti ed esperti del settore provenienti da tutta Europa.

Le prospettive di crescita restano positive, nonostante i ritmi sostenuti degli anni scorsi potrebbero far pensare a una fase di maturità. Il patrimonio complessivo degli Etp (Exchange traded product) ha recentemente superato i 400 miliardi di dollari e gli operatori vedono rosa soprattutto per gli Etf, i fondi indicizzati e quotati in Borsa, che sono stati i veri protagonisti nel 2013 grazie al reddito fisso e all’azionario Europa. Sono più prudenti le stime per gli Etc, specializzati sulle materie prime, i quali hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo iniziale dell’industria nel Vecchio continente.

Nodi normativi
La regolamentazione rappresenta una sfida su due fronti. Da un lato, gli operatori auspicano una risoluzione del problema della quotazione multipla. La frammentazione del quadro normativo, infatti, fa sì che gli Etf debbano essere quotati su più piazze finanziarie a discapito della loro liquidità. Dall’altro, lanciano il monito su un eccesso di obblighi di informativa ai clienti che si potrebbe tradurre in maggiori costi, pur riconoscendo l’importanza della trasparenza e della chiarezza nella definizione dei diversi prodotti.

Un’associazione di categoria?
Sull’educazione finanziaria la strada da percorrere è ancora lunga. Oggi, questa attività è lasciata ai singoli emittenti, che la interpretano in modi assai differenti. Secondo alcuni operatori, dovrebbe, invece, esserci un'associazione di categoria che se ne occupi. L’anello debole sono gli investitori privati, che rimangono anche i grandi assenti dal mercato europeo, attualmente dominato dagli istituzionali.

Strategie smart
La formazione è ancor più rilevante di fronte all’innovazione di prodotto. Il 2013 è stato l’anno dell’affermazione delle strategie smart beta. La quota di mercato ha sfiorato il 4% nel terzo trimestre con appena l’1% del 2009. Inoltre, il patrimonio ha raggiunto gli 11 miliardi di euro (era pari a un miliardo a inizio 2009). “Siccome gli investitori continuano a cercare il modo di ridurre i rischi e aggiungere “alpha” al portafoglio attraverso gli Etf, penso che la crescita continuerà”, dice Gordon Rose, CFA, analista sui fondi passivi di Morningstar. “Inoltre, gli emittenti stanno cercando nuove aree in cui crescere dal momento che sulle strategie tradizionali la competizione è sempre più alta”.

In effetti, il mercato europeo rimane molto concorrenziale, nonostante alcune fusioni e acquisizioni. Per i principali operatori del settore, il consolidamento è destinato a proseguire nei prossimi anni, accanto, però, all’ingresso di nuovi player.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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