Il pharma scoppia di salute

Le valutazioni del settore, dicono gli analisti, sono corrette. Le vendite nei paesi emergenti stanno compensando il rallentamento delle aree sviluppate. Ma, anche se le occasioni non mancano, meglio essere prudenti. 

Marco Caprotti 31/07/2013 | 10:02
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Valutazioni troppo alte in un mercato ancora troppo condizionato dagli eventi macroeconomici. È questa, in sintesi, la foto del settore farmaceutico che emerge guardano i grafici e leggendo le notizie che arrivano dalle diverse macroregioni. L’indice Msci del settore salute nell’ultimo mese (fino al 30 luglio e calcolato in euro) ha guadagnato 3,7%, portando a +23,4% la performance da inizio anno.

Mercati sviluppati a rilento
“L’andamento di Borsa, però, non tiene conto delle diverse realtà economiche in cui le aziende del pharma lavorano”, spiega Alex Morozov, analista di Morningstar. “Negli Stati Uniti, ad esempio, dopo un periodo di appannamento, stiamo iniziando a vedere una ripresa delle spese legate alla salute”. Più nebulosa la situazione nel Vecchio continente dove le misure di austerità stanno continuando a condizionare anche il comparto della salute. “L’Europa del 2013 è un mercato difficile per le aziende farmaceutiche e ci sono sufficienti indicazioni per poter affermare cha le situazione cambierà in breve tempo”, dice l’analista. “Per il momento le aziende continuano a vedere il Vecchio continente come un mercato difficile, anche alla luce dei tagli ai prezzi dei farmaci, sia quelli di marca che i generici”.

Per fortuna ci sono gli emerging
La buona notizia per gli azionisti è che le aziende possono contare su mercati sempre più interessanti come quelli emergenti. “Sia i produttori di farmaci che quelli di apparecchi medicali negli ultimi anni hanno consolidato la loro presenza negli stati in via di sviluppo”, spiega Morozov. “Oggi in alcuni casi le vendite in queste aree rappresentano un quarto del giro d’affari complessivo. Con il passare del tempo le spese per la salute delle aree emerging diventerà una voce sempre più importante dei bilanci del pharma”.

Le scelte operative
L’elemento a cui gli investitori, comunque, devono fare più attenzione sono le valutazioni. “Dopo due anni di crescita le prospettive per il comparto devono essere ridimensionate”, dice l’analista. “I prezzi dei titoli sono corretti, anche se non manca qualche occasione, Soprattutto fra le società con un vantaggio competitivo come UnitedHealth Group e WellPoint”. Non vanno poi dimenticati i riacquisti di azioni proprie. “Il buy back resta una delle strategie di remunerazione più utilizzate dal comparto farmaceutico”, dice Morozov. “Anche se i ritmi non sono più quelli di qualche anno fa, rappresentano comunque una forma importante di distribuzione del valore e sono la conferma che le aziende di questo settore non hanno grandi problemi di debito”. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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