L'Asia va a caccia di energia

La fame di risorse alternative spinge i gruppi della regione a fare acquisizioni all'estero. Con l'aiuto dei governi.

Marco Caprotti 25/07/2013 | 11:05
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L’Asia ha sempre più fame di energia. E, per soddisfare il suo appetito, è costretta a rivolgersi all’estero, sia attraverso acquisti diretti di materie prime, sia sfruttando opportunità di acquisizione.

A parte l’Australia, che ha riserve di idrocarburi considerevoli, la maggior parte dei paesi della regione nell’ultimo decennio hanno visto ridursi drasticamente l’autosufficienza energetica. Il Giappone è quello messo peggio di tutti. La terza economia mondiale è anche il maggior importatore di gas naturale liquido (Lng, liquid natural gas), il secondo acquirente di carbone e il terzo importatore di petrolio.

La Cina e l’India hanno buone disponibilità di risorse naturali, ma la richiesta interna ha rapidamente superato la produzione locale. Un problema che hanno anche stati più piccoli come Malesia e Thailandia che, nonostante le riserve di gas, hanno bisogno di comprare oro nero dall’estero.

Caccia all'estero
“La differenza fra domanda e offerta probabilmente si allargherà nel momento in cui la regione deciderà di orientarsi a fonti più pulite come il gas naturale”, spiega uno studio firmato da Raja Mukherji e Taosha Wang, responsabili della ricerca per l’Asia di Pimco. “In Cina il governo sta promuovendo l’uso di questa risorsa al posto del carbone nel tentativo di abbattere l’inquinamento. L’obiettivo è di utilizzare il gas naturale per arrivare all’8% della produzione energetica nel 2015 e al 12% nel 2020. Nel 2011 era al 4%.

Ma anche se la domanda cresce, le riserve dell’Asia continuano a scendere. Spinte dal calo delle fonti energetiche, molte aziende della regione si sono date la missione di cercare fuori dai confini i sistemi per aumentare la disponibilità. Spesso con l’aiuto dei governi che le supportano nel portare a termine delle acquisizioni. 

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In questa edizione di Morningstar Investor abbiamo voluto approfondire e mettere a confronto le energie tradizionali (petrolio, elettricità) con quelle nuove (fonti alternative e gas di scisto). La prospettiva è quella dell'investitore senza limitarci al solo concetto di rendimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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